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Atena, dea della tecnologia?


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Riporto un estratto dal libro Cryptonomicon di Neal Stephenson. (Chiedo venia per gli immancabili errori di battitura, ma non avevo fisicamente la forza di riguardare tutto per correggerli).

La "teoria" di Enoch Root è affascinante, ma lascio a voi giudicare, sempre che abbiate la pazienza di leggere tutto

Al collo porta un medaglione con una scritta stranissima.

<<Cos'è quello? Un simbolo esoterico?>> domanda Randy, cercando di mettere a fuoco.

<<Prego?>>

<<Il tuo medaglione fa riferimento a qualcosa di occulto.>>

<<C'è scritto "Ignoti e quasi occulti", che significa "Sconosciuti e quasi invisibili", o qualcosa del genere>>, spiega Enoch Root.

<<E' il motto della società di cui sono membro. La parola "occulto", come di certo sai, non ha necessariamente a che fare con riti satanici, bevute di sangue e cose simili. E'...>>

<<Ho studiato un po' di astronomia, nella mia vita>>, lo interrompe Randy.

<<So tutto sull'occultazione... la scomparsa di un corpo celeste dietro a un altro, come in un eclisse.>>

<<Chi è quella donna al centro? La Vergine Maria?>> domanda Randy.

Root afferra il medaglione senza guardarlo.

<<Congettura ragionevole, ma errata: è Atena.>>

<<La dea greca?>>

<<Si>>

<<Come si concilia con il cristianesimo?>>

<<Quando ti ho telefonato l'altro giorno, come hai fatto a sapere che ero io?>>

<<Non saprei, ti ho riconosciuto e basta.>>

<<Riconosciuto? Che significa? Di certo non dalla voce.>>

<<E' forse questo un modo tortuoso di rispondere alla mia domanda su Atena e il cristianesimo?>>

<<Non ti pare notevole il fatto che, sulla base della semplice osservazione di una serie di lettere scritte su uno schermo - i messaggi e-mail di un perfetto sconosciuto - uno sia poi in grado di riconoscere questa stessa persona al telefono? Com'è questa storia Randy?>>

<<Non ne ho la più pallida idea. Il cervello, a volte, è capace di cose così strane...>>

<<Secondo alcuni, la posta elettronica sarebbe impersonale perché il rapporto tra due persone viene mediato da cavi, fili e schermi. C'è chi sostiene che non sia bello quanto conversare a quattr'occhi.

Eppure, la nostra visione delle cose è sempre mediata da cornee, retine, nervi ottici e altri meccanismi neurali che ricevono l'informazione dal nervo ottico e la trasmettono al cervello. Siamo sicuri che leggere delle parole su uno schermo sia tanto peggio? Io ritengo di no, purché si sia consapevoli delle distorsioni possibili indotte dal mezzo.

Quando si incontra qualcuno a quattr'occhi, invece, ci si dimentica delle distorsioni e ci si illude di avere una esperienza pura e diretta.>>

<<Come spieghi, allora, il fatto che io ti abbia riconosciuto?>>

<<Io direi che nella tua mente, in quel momento, era presente un modello neurologico che prima del nostro scambio di e-mail non esisteva: la rappresentazione di Root. Niente a che vedere con me. Io sono un ammasso di carbonio, ossigeno e un po' di altra roba seduto sulla branda accanto a te. La rappresentazione di Root, di contro, è quella cosa che ti porterai in giro nel cervello per il resto della tua vita - a meno di gravi traumi neurologici - e che la tua mente usa per rappresentarmi. Quando tu pensi a me, insomma, non pensi a questo grosso ammasso di carbonio eccetera, bensì alla rappresentazione di Root. Anzi, un giorno - se ti libereranno - ti capiterà magari di imbatterti in qualcuno che ti dirà: "Sai, una volta ero in giro per la giungla delle Filippine e ho conosciuto un vecchio rompiballe che si è messo a parlarmi delle rappresentazioni di Root." Al che, dopo un breve botta e risposta, sarai magari in grado di stabilire, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la tua rappresentazione di Root e quella di questa persona sono il prodotto del medesimo ammasso di carbonio, ossigeno eccettera qui peresenti.>>

<<E questo ha a che vedere con Atena?>>

<<Se pensi alle divinità greche come a esseri soprannaturali che abitano sull'Olimpo, la risposta è no. Ma se le assegni alla classe di enti in cui rientra anche la rappresentazione di Root - ossia la classe di modelli neurologici utilizzati dalla mente per rappresentare le cose che vede, o crede di vedere, nel mondo esterno, allora la risposta è si. All'improvviso le divinità greche possono risultare interessanti e importanti quanto le persone vere. Perché? Perché se tu, per ipotesi, invece di incontrare una persona con una sua rappresentazione di Root, ti trovassi a parlare, ad esempio, di Zeus con un greco antico, scopriresti - una volta messo da parte l'iniziale senso di superiorità nei confronti del tuo interlocutore - che nella tua mente esistono rappresentazioni, le quali, sebbene non rispondano al nome di "Zeus" e non appaiano incanrnate in un enorme e irsuto sparafulmini figlio di un Titano, sono nondimeno il risultato di una serie di interazioni della mente con gli stessi enti del mondo esterno che hanno causato la comparsa della rappresentazione di Zeus nella mente del greco. Ma, a questo punto, è il caso di soffermarsi un attimo sulla famosa storia della caverna di Platone, una metafora buona per tutte le necessità...>>

<<Quella>> dice Randy <<in cui i veri enti del mondo reale sono gli oggetti tridimensionali che proiettano le proprie ombre sul fondo della caverna, mentre io e il mio interlocutore greco antico saremmo dei poveracci incatenati costretti a osservare queste ombre che, fatalmente, agli occhi miei e del greco, appaiono diverse, poiché diverso è lo sfondo su cui ciascuno di noi le scorge?>>

<<Si, dove i diversi sfondi corrispondono - diciamo - alla tua visione del mondo scientifica e moderna e alla sua antica concezione pagana.>>

<<Si, ce l'ho presente.>>

<<Possiamo ammettere anche che lo sfondo delle tue osservazioni, Randy, sia di gran lunga più liscio e piano, nel senso che consente una riproduzione delle ombre più accurata rispetto allo sfondo delle osservazioni del greco; tuttavia, è chiaro che anche lui è in grado di scorgere le stesse ombre che vedi tu e, probabilmente, di trarne utili conclusioni riguardo alla forma degli oggetti che le proiettano.>>

<<Okay. Dunque, la Atena che compare sul tuo medaglione non è un essere soprannaturale...>>

<<... che abita su un monte della Grecia etc, etc, ma piuttosto un particolare ente, modello, chiamalo come vuoi, che, nei greci antichi - filtrato dal loro apparato percettivo e dalla loro visione pagana del mondo - produceva la rappresentazione mentale da loro denominata "Atena". Questa distinzione è molto importante, perché, intesa come donna soprannaturale con l'elmo sul capo, Atena non esiste, mentre intesa come generatore esterno della rappresentazione interna denominata "Atena" dagli antichi greci, essa deve essere esistita a quei tempi, perché altrimenti quella rappresentazione interna non sarebbe mai stata generata; e se esisteva allora, ci sono buone probabilità che esista anche adesso, e se esiste, allora le idee che ne avevano i greci (i quali, se da una parte erano delle assolute teste di caxxo, per molti altri versi erano spaventosamente intelligenti) sono probabilmente ancora valide.>>

<<Okay, ma perché proprio Atena e non Demetra o qualche altra divinità?>>

<<Bè, è banale, ma è vero che non si può comprendere una persona senza sapere qualcosa del suo retroterra familiare.

Quindi, è necessario fare una rapida digressione sulla teogonia degli antichi greci. Si comincia dal Caos, punto di partenza di tutte le teogonie, che a me piace immaginare come un mare di rumore bianco, scariche elettrostatiche a banda larga totalmente aleatorie. Per ragioni che noi non comprendiamo fino in fondo, dal Caos cominciano a prendere forma alcune polarità: Giorno, Notte, scurità, Luce, Terra, Mare. Io me le figuro come cristalli, ma non nel senso in cui l'intendono certi fricchettoni californiani esauriti, bensì nel senso rigorosamente tecnico di risonatori in grado di captare particolari canali sepolti tra le scariche del Caos. A un certo punto, in seguito ad alcuni accoppiamenti incestuosi tra queste entità, nascono i Titani. Ed è interessante notare come i Titani presentino già tutti i caratteri delle divinità fondamentali: ci sono il dio del sole Iperione, il dio del mare Oceano e così via. Questi, però, vengono rovesciati in seguito a una lunga lotta chiamata Titanomachia e sostituiti da nuove divinità come Apollo e Poseidone, i quali non hanno fatto altro che occupare, nell'organigramma, i posti da cui avevano scalzato i Titani.

Anche questa cosa è interessante, nel senso che sembra ricollegarsi a quello che dicevamo a proposito degli enti o modelli che persistono nel tempo, proiettando ombre leggermente differenti agli occhi di epoche diverse. In ogni caso, compaiono gli dei dell'Olimpo, come noi li conosciamo, Zeus, Era e così via.

Occorrono, qui, alcune osservazioni essenziali: in primo luogo, tutte queste divinità - con un'unica eccezione di cui subito parleremo - sono nate da un accoppiamento sessuale tra entità titaniche, divine, tra dei e ninfe, tra dei e donne, o infine, tra Zeus e tutte coloro - e tutto ciò - che di volta in volta lui decideva di trombarsi. La seconda osservazione essenziale è la seguente: gli dei dell'Olimpo sono la famiglia più squallida e malmessa che si possa immaginare. Eppure c'è qualcosa in questa variopinta asimmetria che conferisce a questo pantheon una notevole verosimiglianza. Come la tavola periodica delgi elementi o l'albero anatomico che si può dedurre da un cadavere, è abbastanza ordinato da consentire alle nostre menti di assimilarlo e, tuttavia, abbastanza irregolare da tradire una sorta di origine organica: ad esempio ci sono il dio del sole e la dea della luna - il che è perfettamente logico e simmetrico - ma c'è anche Era, che non ha alcun ruolo particolare se non quello della divinità •••••••, e Dionisio, che non è neppure un dio in tutto e per tutto - dato che è per metà umano - ma fa parte comunque del pantheon e siede sull'Olimpo con gli dei, come se si andasse alla corte suprema per trovare, seduto tra i giudici, il clown Bozo.

In sostanza, però, quello che voglio dire è che Atena è eccezinale in tutti i sensi. Innanzitutto, non è nata secondo le modalità consuete della riproduzione: è scaturita già adulta dalla testa di Zeus.

Secondo alcune versioni della storia, ciò è avvenuto dopo che Zeus ha scopato con Metide, della quale parleremo in seguito. Zeus era stato avvertito, a suo tempo, che Metide avrebbe dato alla luce un figlio che l'avrebbe detronizzato e dunque decise di mangiarsela. Successivamente, dalla testa di Zeus sbucò Atena.

Che tu creda o meno a questa storia di Metide, devi ammettere che alla nascita di Atena deve essere successo qualcosa di strano. Lei è eccezionale anche nel senso che si distingueva dallo squallore morale dell'Olimpo perché era vergine.>>

<<Ah! Avevo indovinato che l'immagine sul tuo medaglione era quello di una vergine.>>

<<Già. Comunque, Efeso le si è strusciato addosso, ma non è riuscito a penetrarla. Atena svolge un ruolo molto importante nell'Odissea, ma sono ben pochi i miti, nel senso abituale del termine, che la vedono coinvolta. L'unica eccezione conferma la regola: la storia di Aracne.

Aracne era una abilissima tessitrice macchiatasi di superbia per aver attribuito a sé invece che agli dei il merito del suo talento. Aracne era giunta addirittura al punto di sfidare apertamente Atena la quale, tra l'altro, era anche la dea della tessitura.

Tieni presente che la struttura tipica del mito greco è più o meno questa: un innocente pastorello stà facendosi gli affari suoi; un dio passa di lì in volo e poiché, alla sua vista, ha una erezione, cala in picchiata e lo violenta; mentre la vittima è ancora lì che barcolla sconvolta, la moglie o l'amante di quel dio, in preda ad un accesso di rabbia, trasforma la povera vittima innocente in qualcosa come una tartaruga immortale e la inchioda, magari, a una tavola di compensato con una ciotola di cibo per tartarughe appena fuori dalla sua portata, lasciandola lì esposta al sole in eterno a farsi ripetutamente sbudellare da eserciti di formiche e a farsi pungere da calabroni e altri insetti.

Se Aracne avesse offeso una qualunque altra divinità del pantheon, si sarebbe trasformata in un cratere fumante nel terreno, senza neanche avere il tempo di comprendere che cosa l'avesse colpita.

In questo caso, invece, Atena le appare nelle vesti di una anziana donna e le raccomanda di mostrare la dovuta umiltà, ma Aracne rifiuta il consiglio. Atena, allora, svela la sua identità e sfida Aracne a una prova di tessitura, la qual cosa - devi ammetterlo - è una scelta abbastanza leale. La sfida, per giunta, si rivela assai equilibrata: Aracne è davvero brava come Atena! Senonché la sua tela ritrae gli dei dell'Olimpo nell'atto di perpretare le peggiori violenze sessuali contro i pastorelli e altri coiti interspecifici. Illustrando in modo fedele e accurato tutti i miti, tale opera diviene una sorta di meta-mito. Atena perde le staffe e colpisce Aracne con un rocchetto, reazione alquanto blanda, se si considera che, nel corso della lotta contro i Giganti, aveva distrutto Encelado tirandogli addosso la Sicilia!

Atena voleva soltanto che riconoscesse la sua hybris, ma Aracne, per la vergonga si impicca. E Atena, allora, la riporta in vita sotto forma di ragno.

In ogni caso, forse avrai imparato alle scuole elementari, che Atena porta un elmo e uno scudo detto Egida; e che è la dea della guerra e della sapienza, oltre che delle arti quali la tessitura. Una ben strana combinazione di cose, per usare un eufemismo! Tanto più che come dio della guerra c'era già Ares, mentre a curarsi dell'economia domestica pensava già Estia. Perché allora questa ridondanza? Molto è andato perso, a quanto pare, nella traduzione. Vedi, il tipo di sapienza che noi normalmente associamo ai vecchi rompipalle come il sottoscritto, e che io infatti sto cercando di trasmetterti, era detto dike dai greci. Ebbene, non è a questo tipo di sapienza che Atena presiede: lei era la dea della metis, che significa "astuzia", "abilità" ed è anche, secondo una versione del mito, il nome di sua madre. Degno di nota è il fatto che Metide (il personaggio mitologico) sia colei che fornisce al giovane Zeus la pozione che fa vomitare a Crono i piccoli che aveva divorato, creando le premesse della Titanomachia. Ora, il nesso con le arti comincia a chiarirsi: le arti non sono altre che l'applicazione pratica della metis.>>

<<Io associo la parola "arti" alla produzione di orribili cinture o posacenere in una colonia estiva. In altre parole: a chi caxxo può importare di essere la dea del macramè?>>

<<Anche qui la traduzione ha falsato il senso. Il termine che useremmo oggi, per denotare quello stesso concetto, è tecnologia.>>

<<Ok, ora comincio a capire qualcosa.>>

<<Invece di definire Atena dea della guerra, della sapienza e del macramè, dovremmo parlare di dea della guerra e della tecnologia. Resta il problema del conflitto giurisdizionale con Ares, che dovrebbe essere il dio della guerra.

Diciamo subito che Ares è una completa testa di caxxo: si fa aiutare dalla Paura, dal Terrore e, talvolta, dalla Discordia. E' costantemente ai ferri corti con Atena anche se - o forse proprio perché - nominalmente sono il dio e la dea della stessa cosa: la guerra.

Eracle, uno degli umani protetti da Atena, ferisce fisicamente Ares in due occasioni, privandolo ad un certo punto persino delle armi! L'aspetto più affascinante di Ares è la sua totale inettitudine. Viene incatenato da due Giganti e segregato su un vascello bronzeo per tredici mesi. Nell'Iliade viene ferito da uno dei compagni di bevute di Odisseo. In un caso, Atena lo stende con una sassata. Quando non è impegnato a coprirsi di ridicolo in battaglia, è preso a trombarsi qualunque essere umano di sesso femminile gli capiti per le mani. Oltre a questo - senti qua! - i suoi figli ai giorni nostri verrebbero condannati come serial killer. Di conseguenza, mi sembra giusto che Ares sia il dio della guerra, nel senso in cui la guerra viene intesa da chi l'ha vissuta di persona e ha perciò ben chiaro quanto possa essere stupida e brutta.

Atena, invece, è nota per essere la protettrice di Odisseo, il quale - non dimentichiamolo - è l'inventore del cavallo di TroXa. Atena, dunque, guida le imprese di Odisseo e Eracle, i quali, pur essendo straordinariamente forti, vincono gran parte delle loro sfide grazie all'astuzia o (per meglio dire, ed eliminando ogni connotazione negativa) alla metis. Sebbene entrambi si lascino andare spesso a gravi interperanze (Odisseo ama definirsi "saccheggiatore di città"), è evidente che essi fungono da contraltare al modello di violenza furibonda e insensata rappresentata da Ares e dalla sua genia. Eracle si occupa in prima persona di togliere di mezzo alcuni dei figli psicopatici di Ares. A dire la verità, la traduzione non è del tutto chiara e noi non possiamo andare al tribunale della contea di Tebe a consultare i certificati di morte. Sembra però che Eracle, con il sostegno di Atena, abbia fatto fuori almeno la metà dei figli di Ares, precursori di Hannibal Lecter.

Che cosa intendiamo, dunque, quando diciamo che Atena è la dea della guerra? Nota cche la sua arma più famosa non è la spada, bensì l'Egida, il suo scudo, su cui campeggia una testa di Gorgone, a causa della quale chiunque la attacchi rischia di rimanere pietrificato. In tutte le descrizioni, appare calma e maestosa, aggettivi che in nessun caso si applicano ad Ares.>>

<<Non saprei, Enoch: alludono forse, rispettivamente, alla guerra difensiva e a quella offensiva?>>

<<Questa distinzione è sopravvalutata. Ricordi che ho parlato del fatto che Atena è stata oggetto di pesanti avances da parte di Efesto?>>

<<Si, l'episodio ha generato nella mia mente una rappresentazione chiarissima.>>

<<Come dovrebbe fare ogni mito! E' interessante l'accoppiamento tra Atena e Efesto in quanto anche questi è un dio della tecnologia: i metalli, la metallurgia e il fuoco erano le sue specialità, un po' l'equivalente dei nostri distretti siderurgici. Nessuna meraviglia, quindi, che Atena gliel'abbia fatto venire duro! Dopo che lui le ha eiaculato sulla coscia, Atena si ripulisce inorridita con un tessuto che poi getta a terra. Il seme sparso si combina in qualche modo con la terra e dà vita a Erittonio. Sai chi era Erittonio?>>

<<No>>

<<Uno dei primi re di Atene. E sai perché è famoso?>>

<<No>>

<<Perché è l'inventore del carro e ha introdotto l'argento come valuta.

Anche in altre mitologie compaiono divinità analoghe ad Atena. I sumeri avevano Enki, i norvegesi Loki. Quest'ultimo però, pur essendo un dio inventore, appare psicologicamente più affine ad Ares; non era, infatti, il solo dio della tecnologia, bensì anche del male, l'entità più simile al diavolo che tale mitologia conoscesse. I nativi americani, invece, avevano il Coyote e il Corvo, spiriti maligni caratterizzati da estrema astuzia, ma poiché la loro tecnologia non era molto sviluppata, essi non giunsero a coniugare gli spiriti maligni con le arti per dar vita all'ibridazione del dio tecnologico.>>

<<Ho capito>> dice Randy. <<Tu mi stai dicendo che dev'esserci una determinata serie universale di eventi che, filtrata dall'apparato sensoriale e neurale di popoli primitivi e superstiziosi, dà immancabilmente origine a rappresentazioni mentali quali divinità, eroi eccettera>>

<<Esatto. E sostengo che tali rappresentazioni variano si, leggermente, secondo il quadro culturale cui appartengono, ma risultano perlopiù assimilabili, così come diverse rappresentazioni di Root, confrontate tra loro, possono risultare pertinenti allo stesso individuo.>>

<<Insomma, vuoi persuadermi del fatto che queste divinità - le definisci così, anche se si tratta di rappresentazioni - hanno tra loro molti elementi in comune proprio perché la realtà esterna che le genera è universale e trans-culturale.>>

<<Proprio così, il caso degli spiriti maligni lo si spiega con l'idea secondo cui chi è più astuto tende ad acquisire un potere che i meno scaltri non ottengono. Tutte le culture sono affascinate da queste creature. Gran parte delle culture originarie americane nutrono per esse una sostanziale ammirazione. Altre, come quella norvegese, identificano la loro con il diavolo.>>

<<Questo potrebbe anche spiegare lo strano sentimento di amore-odio che gli americani provano per gli hacker. Gli hacker si lamentano sempre del fatto che i giornalisti li dipingono come dei delinquenti. Ma secondo la tua teoria questa ambivalenza avrebbe radici più profonde.>>

<<Solo in alcune culture. I vichinghi - a giudicare dalla loro mitologia - avrebbero odiato gli hacker in modo incondizionato. I greci antichi, invece, hanno manifestato l'inclinazione opposta: per questo hanno una dea come Atena.>>

<<Mi hai convinto... ma perché, poi, subentra anche il carattere di divinità della guerra?>>

<<Diciamocelo: di persone come Ares ne conosciamo tante. Il modello comportamentale umano che ha generato nei greci antichi la loro rappresentazione mentale nota sotto il nome di Ares è tuttora molto presente: pensa ai terroristi, ai serial killer, alle scommesse, ai pogrom, e ai dittatori fanfaroni e aggressivi che si rivelano incompetenti strateghi militari. Eppure, malgrado la loro stupidità e incompetenza, individui come questi possono conquistare e dominare vaste regioni del mondo se non incontrano la dovuta resistenza.

Chi si opporrà a questa gente?>>

<<Ora dirai che tocca a noi, temo.>>

<<A volte tocca ad altri adepti di Ares, come durante la guerra tra Iran e Iraq: in quel caso a nessuno interessa chi vince. Ma se non si vuole che gli adepti di Ares dominino il mondo, qualcuno dovrà usare la violenza con loro. Non è bello ma è così: la civiltà ha bisogno di un'Egida, e l'unico modo per combattere contro certi stronXi è l'intelligenza. L'astuzia. La metis.>>

<<L'astuzia tattica, come quella mostrata da Odiesso con il cavallo di TroXa...>>

<<L'astuzia tattica e quella tecnologica. Di tanto in tanto si verifica una battaglia che viene vinta grazie all'impiego di una nuova tecnologia, come a Crécy con gli archi lunghi. Nel corso della storia, fino a un certo punto, di casi del genere se ne sono verificati pochi: con la biga, l'arco lungo, la polvere da sparo, le navi corazzate e così via. Ma qualcosa è cambiato dopo che la Monitor, ritenuta dai nordisti la sola corazzata al mondo, e la Merrimack, corazzata che i sudisti, a loro volta, ritenevano unica, hanno incrociato le loro rotte martellandosi a vicenda per ore e ore. Questo episodio potrebbe essere agevolmente identificato come l'inizio di una spettacolare evoluzione della tecnologia militare: è il gomito di una curva esponenziale. Le istituzioni militari di tutto il mondo, fondamentalmente conservatrici, hanno impiegato alcuni decenni per comprendere quel che veramente è accaduto, ma ai tempi della Seconda Guerra Mondiale tutti concordano sul fatto che la guerra verrà vinta dallo schieramento dotato della migliore tecnologia. Quindi, per limitarsi ai tedeschi, vediamo nascere i razzi, gli aerei a reazione, il gas nervino, i missili teleguidati. Da parte degli alleati, abbiamo invece un grande sforzo in tre direzioni che mette al lavoro praticamente gli hacker e i nerd e i migliori cervelli della nazione: il lavoro crittanalitico che, come tu ben sai, ha dato origine al calcolatore digitale; il Manhattan Project, da cui sono nate le armi atomiche; e il Radiation Lab, che sta alla base della moderna industria elettronica. Lo sai perché abbiamo vinto la seconda guerra mondiale, Randy?>>

<<Perché abbiamo costruito roba migliore dei tedeschi?>>

<<Si, ma perché abbiamo costruito roba migliore dei tedeschi?>>

<<Non credo di avere la competenza necessaria per rispondere a una domanda del genere, Enoch. Non conosco così a fondo la storia di quel periodo.>>

<<Bè, per farla breve noi abbiamo vinto perché eravamo adepti di Atena, mentre i tedeschi lo erano di Ares.>>

Ci sono 10 tipi di persone al mondo.

Quelli che conoscono il linguaggio binario e gli altri.

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Lettura interessante e piacevole...uhm...cercherò il libro :lol: Grazie.

Hacker

Matrix è basato su quello no?? ma non sarà un caso comunque che i salvatori dell'umanità sono geni informatici...pensate a tutti i film di azione: nella maggior parte il finale prevede uno scassinamento informatico di qualche tipo --> fermare il conto alla rovescia di una bomba, aprire un porta tramite codice segreto, seguire al computer le fasi di un'azione dell'eroe aprendogli la strada.

Virtualità reale

Molto bello il passo in cui si sottolinea che anche l'interazione faccia a faccia in realtà è costruità su elementi simbolici e sulla nostra illusione di avere un contatto diretto. E' proprio questo in fondo che ci rende così disattenti e superficiali. Ma è anche questo che d'altra parte permette ad un meccanismo complesso come le società umane di perpetuarsi. L'incomprensione è costante solo che è reciproca. Ghezzi su questo avrebbe da dire molte cose :lol:

Simboli e Fede

Le rappresentazioni mentali e simboliche sono alla base del nostro stesso essere umani. L'astrazione simbolica e la coscienza sono ciò che ci rendono unici (fino a prova contraria).

Poi certo...nessuno potrà mai dire se Atena, Zeus, Allah, Il Corvo, Buddha...sono solo rielaborazioni neurali di istinti, paure, intuizioni, o il riflesso di Dio rielaborato da diverse culture. Ma qui entra in campo la fede.

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Pegasus<sofferente e ansimante dal dolore>" Lady Isabel..."

Lady Isabel (Atena) < skazzata pensa> " Dai kollione sbrigati! Mettiti st'armatura sacra e vieni a salvarmi!"

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Kratork:" mi hai fatto sbarellare a forza di leggere... la prossima volta fallo a puntate, così cresce anche la suspance... :lol: !!!

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Sempre dallo stesso libro una interessante definizione del termine tecnocrate:

<<Quanti quartieri poveri si dovranno radere al suolo per costruire le superautostrade informatiche?>>

<<Non si dovra' radere al suolo proprio niente>>

<<Proviamo allora a formulare la domanda in altri termini. Quante saranno le rampe d'accesso che collegheranno i ghetti del mondo alle superautostrade informatiche?>>

<<Quella delle superautostrade informatiche e' una metafora del cazzo!>>

<<Non mi sembra un valido contributo alla discussione. Tutto e' una metafora. Ogni discorso e' fatto di metafore.>>

<<Si, ma questo non giustifica l'uso di cattive metafore>>

<<Cattive? Chi stabilisce cos'e' cattivo?>>

Randy sapeva dove Kivistik voleva andare a parare: tutto e' relativo; e' solo questione di punti di vista.

<<Chi decide cos'e' cattivo? Lo decido io>>

<<Prego?!?!>>

<<Ho letto i tuoi libri, ti ho sentito parlare stasera. Quindi, so che non hai alcun titolo per esprimere pareri su questioni tecniche.>>

<<Oh! Non sapevo che occorressero titoli specifici.>>

<<E' ovvio. Se uno ignora l'argomento di cui parla, la sua opinione al riguardo e' priva del benche' minimo valore. Se mi ammalo, non chiedo consiglio a un idraulico. Vado dal medico. Allo stesso modo, se si hanno delle domande a proposito di Internet, sara' meglio cercare qualcuno che ne sappia qualcosa>>

<<E' buffo come tutti i tecnocrati siano favorevoli a Internet>>

<<Quest'ultima affermazione e' evidentemente falsa. Non pochi esperti di Internet hanno scritto libri assai ben argomentati in cui, al riguardo, si esprime un giudizio estremamente critico.

Quindi per tornare al punto da cui eravamo partiti, quella delle superautostrade informatiche non e' una metafora calzante per descrivere Internet, perche' lo dico io.

Nel mondo saranno almeno un migliaio le persone che hanno la mia competenza in materia, e io le conosco quasi tutte: stai pur certo che non ce n'e' una che prenda sul serio questa metafora.

E con questo la mia ipotesi e' dimostrata>>

<<Oh, capisco. Dunque, per sapere cosa e come pensare a proposito di questa tecnologia, dovremmo rivolgerci ai tecnocrati>>

<<Non so che cosa sia un tecnocrate. Io sono forse un tecnocrate? Sono solo uno che e' andato in libreria, si e' comprato un paio di libri sul TCP/IP, che e' il protocollo fondamentale di Internet e se li e' letti tutti. Dopo di che mi sono messo davanti a un computer, cosa che al giorno d'oggi tutti possono fare, ci ho smanettato per un paio d'anni e ora so tutto cio' che di queste macchine e' necessario sapere. Rientro forse nella categoria dei tecnocrati, per questo?>>

<<Tu appartenevi ad un'elite tecnocratica gia' prima di comprare quei libri. La capacita' di addentrarsi nei meandri di un testo tecnico e di comprenderlo e' un privilegio. Un privilegio conferito da un'istruzione alla portata dei soli membri di un ceto elitario. Ecco cosa intendo quando parlo di tecnocrate>>

<<Ho frequentato una scuola pubblica e mi sono laureato in una universita' statale. Per il resto mi sono istruito da solo!>>

<<Ho scoperto che se uno lavora sodo, studia e conserva una certa presenza di spirito, in questa societa' se la puo' cavare>>

<<Questa teoria devi averla presa da qualche libro ottocentesco di Horatio Alger>>

<<E allora? Il fatto che un'idea sia vecchia non implica che sia sbagliata>>

Ci sono 10 tipi di persone al mondo.

Quelli che conoscono il linguaggio binario e gli altri.

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