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Per quale motivo si è CREDENTI?


berterius

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Sono d'accordo con te sulla corretta definizione di credente ...ma, come ti ho gia' detto qui' in italia credente e' generalmente chi crede in Dio...certo, non bisogna generalizzare ma di solito e' cosi'...un po' come nel mondo dell'islam spesso cristiano=infedele.

Personalmente non mi ritengo un credente (con il significato "italiano")...ma semplicemente una "brava persona" quindi come te credo nella fiducia, nell'amicizia e nel rispetto ....ma queste sono cose non necessariamente collegate all'essere credenti e/o al cristianesimo.

...allora siamo in due;....anch'io sono una "brava persona"!!:rolleyes:

...grazie per la risposta!:puking:

Amo i sigari cubani con un buon cognac!!! (...e tante altre cose!!)

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...allora siamo in due;....anch'io sono una "brava persona"!!:rolleyes:

Questo può anche spostare il discorso da un'altra parte.

Pensaci un po' sù, riconsidera le tue conoscenze e rifletti sul fatto che è estremamente difficile (estremameeeente difficile) trovare un ateo che non sia una "brava persona".

Un ateo risponde solo alla propria coscienza, non ha nel taschino il supremo caprio espiatorio con il quale dividere le colpe.

“Yes, PC World is produced on Macs.†— PC World Senior Editor Rebecca Freed, January 30, 2004.

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Apprezzo l'invito e lo prendo sul serio.

Mi fa piacere che tu abbia apprezzato l'invito e spero che molti altri ti seguiranno.

L'invito è serio e non può che essere preso seriamente.

"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

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Mi fa piacere che tu abbia apprezzato l'invito e spero che molti altri ti seguiranno.

L'invito è serio e non può che essere preso seriamente.

eh sai berterius, mica so se ne vale la pena. voglio dire, come potrei parlare di questa cosa con latte stremato nei paraggi:ghghgh: :puking: . d'altronde io, noi ai suoi occhi siamo solo dei drogati di egerinoil :rolleyes::ghghgh: qualsiasi posizione personale, ogni racconto di esperienza vissuta impallidirebbe dinnanzi al suo argomentare spicciolo :devil: :devil:

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eh sai berterius, mica so se ne vale la pena. voglio dire, come potrei parlare di questa cosa con latte stremato nei paraggi:ghghgh: :puking: . d'altronde io, noi ai suoi occhi siamo solo dei drogati di egerinoil :rolleyes::ghghgh: qualsiasi posizione personale, ogni racconto di esperienza vissuta impallidirebbe dinnanzi al suo argomentare spicciolo :devil: :devil:

In un film western voi, ai miei occhi, sareste quelli con il cappello nero.

Non riesco a fidarmi che delle brave persone. È un mio limite.

“Yes, PC World is produced on Macs.†— PC World Senior Editor Rebecca Freed, January 30, 2004.

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Questo può anche spostare il discorso da un'altra parte.

Pensaci un po' sù, riconsidera le tue conoscenze e rifletti sul fatto che è estremamente difficile (estremameeeente difficile) trovare un ateo che non sia una "brava persona".

Un ateo risponde solo alla propria coscienza, non ha nel taschino il supremo caprio espiatorio con il quale dividere le colpe.

VOGLIO ELIMINARE LA MIA RISPOSTA PERCHè HO CAPITO VERAMENTE MALE COSA INTENDEVA "LATTE STREMATO"!:rolleyes:

Amo i sigari cubani con un buon cognac!!! (...e tante altre cose!!)

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In un film western voi, ai miei occhi, sareste quelli con il cappello nero.

Non riesco a fidarmi che delle brave persone. È un mio limite.

Immagino che le esperienze dirette che hai avuto in Vaticano non abbiano aiutato...

Questo può anche spostare il discorso da un'altra parte.

Pensaci un po' sù, riconsidera le tue conoscenze e rifletti sul fatto che è estremamente difficile (estremameeeente difficile) trovare un ateo che non sia una "brava persona".

Un ateo risponde solo alla propria coscienza, non ha nel taschino il supremo caprio espiatorio con il quale dividere le colpe.

Già, già. Forse non te ne sei accorto, ma l'hai proprio detta giusta.

Se una persona che aderisce ad un credo qualsiasi può avere una sorta di legge esterna con la quale confrontarsi, figuriamoci uno che risponde solo a se stesso quanto indulgente possa diventare.

Come potrà mai esserci una "cattiva persona" guidata dalla sua coscienza e morale personale? Sarà cattiva per gli altri, ma per lui sono gli altri ad essere cattivi nei suoi confronti.

Ho letto e visto l'intervento di Alberto Torregiani sul blog di Beppe Grillo.

Tu, come ti sentiresti sapendo che hai ridotto una persona su una sedia a rotelle? Cosa direbbe la tua coscienza in proposito? E perchè quella di Battisti lo autorizza a non affrontare le conseguenze delle sue azioni?

Chi indossa il cappello nero in questo caso?

Comunque, nemmeno un credente ha il caprio espiatorio.

Sarebbe un irresponsabile, non un credente. La definizione, dura quanto calzante, sarebbe "sepolcro imbiancato".

ecce sto ad ostium et pulso

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Ehi, ragazzi! Gli ultimi interventi sono palesemente OFF-TOPIC

Per dibattiti fra credenti e non credenti c'è già il topic: "Chiesa cattolica"

In questa stanza si vuole ascoltare la voce di chi crede nell'esistenza di Dio.

Principalmente ascoltare.

Una volta compreso l'intervento, chiunque desideri puntualizzare qualcosa e/o offrire la propria visione su un dato passaggio può farlo benissimo, ma, per cortesia, dato l'argomento vediamo d'impiegare il tempo in modo costruttivo:fiorellino:

@cohiba: l'intervento di Latte Stremato era a tuo favore. L'hai male interpretato. Casomai fattelo spiegare in pm:)

"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

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Questo può anche spostare il discorso da un'altra parte.

Pensaci un po' sù, riconsidera le tue conoscenze e rifletti sul fatto che è estremamente difficile (estremameeeente difficile) trovare un ateo che non sia una "brava persona".

Un ateo risponde solo alla propria coscienza, non ha nel taschino il supremo caprio espiatorio con il quale dividere le colpe.

Latte Stremato ho ricevuto il tuo MP e ti chiedo scusa ho capito proprio male, nella tua MP mi hai spiegato molto bene cosa intendi con la tua risposta...............ho proprio capito male e mi sento male per questo cosa ho scritto (..veramente!!) per questo ancora............SCUSAMI!!:ghghgh:

P.s.: Faccio ancora abbastanza fatica di imperare la lingua BENE!! (...sopratutto CAPIRE!!)

Amo i sigari cubani con un buon cognac!!! (...e tante altre cose!!)

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Vai tranquillo cohiba, sei straniero e sei il benvenuto!

Qualche incomprensione linguistica è più che comprensibile.:ghghgh:

Più che altro mi stupisco quando bisogna ripetere tre volte la stessa cosa tra persone di madrelingua:ghghgh:

Se ti interessa QUI online puoi trovare un ottimo dizionario, così nessuna parola sarà più un segreto per te:ciao:

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Vai tranquillo cohiba, sei straniero e sei il benvenuto!

Qualche incomprensione linguistica è più che comprensibile.;)

Più che altro mi stupisco quando bisogna ripetere tre volte la stessa cosa tra persone di madrelingua:ghghgh:

Se ti interessa QUI online puoi trovare un ottimo dizionario, così nessuna parola sarà più un segreto per te:ciao:

..grazie berterius, gentile da parte tua!!!;)

Amo i sigari cubani con un buon cognac!!! (...e tante altre cose!!)

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E' da quando hai aperto il topic che sto pensando se e cosa scrivere.

Purtroppo, l'unica frase che mi viene in mente con allarmante frequenza è:

"Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi." Mt 7,6

Mi piace un sacco discutere e cazzeggiare con le persone che partecipano a questo forum. Al tempo stesso mi rendo conto che l'atteggiamento di V è forse il più saggio.

Comunque, tenterò di spiegare, sapendo di partenza che alcune cose faranno alzare la glicemia al solo leggerle, che altre sembreranno stupidaggini o dogmi, e che non sono discorsi alla portata di tutti (senza offesa per nessuno, ma è così)

Perchè sono credente?

Perchè di tutte le strade intraprese, ne ho trovata una sola che ha mi saziato completamente.

Non conosco tutte le Religioni. Quello che posso dire per averlo toccato con mano è che un tale livello di coesione e coerenza non l'ho trovato da nessuna altra parte se non nelle parole di Gesù. Nulla di quanto ha detto è mendace, e chiunque ha la possibilità di fare come Tommaso.

Faccio un piccolo salto indietro nel tempo, per raccontare due episodi faceti del mio periodo mangiapreti:

il primo, avevo costruito un orologio che utilizzava come lancette il Crocefisso;

il secondo, invitati al Meeting di Rimini come club aquilonistico, preparai degli aquiloni usando poster di icone, ed abbiamo passato la gioranta a fare "volare le Madonne", usando aquiloni che "andavano da Dio"

Quindi il mio background non ha nulla a che vedere con la parrocchia. Il terreno giusto può aiutare, ma checchè se ne pensi e dica, la risposta è sempre personale, altrimenti non si può parlare di Fede, ma solo di condizionamenti culturali.

Detto questo, inizialmente pensavo che la religione Cattolica fosse una cosa da smidollati. Ero molto affascinato dalla filosofia del superuomo, e condividevo le tesi di fondo del pensiero di Nietzsche.

I discorsi che facevo sono quelli che ho sentito e risentito fino allo sfinimento su questo forum, in tante discussioni. Così pure l'atteggiamento mentale, proteso verso il positivismo totale: esiste solo ciò che è misurabile.

Poi, il primo incontro con la Parola.

Sono stati anni di lotta interiore. Per quanto fossi affascinato da quanto detto da Gesù, se avessi potuto radere al suolo il Vaticano, l'avrei fatto!

Ma la domanda che viene fatta non è: "cosa pensi della Chiesa Cattolica Romana?" (ovvero la stessa domanda fatta da Gesù ai discepoli: "Chi sono io secondo la gente?")

La domanda è: "Voi chi dite che io sia?"

Il punto di discrimine è questo, è la risposta a questa domanda.

Ed è una risposta che segna un punto di non ritorno.

Perchè sono credente?

In effetti credo sia inutile spiegarlo. Gesù stesso parla in parabole, "perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato"

ecce sto ad ostium et pulso

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Non sono credente (in Dio ;) ), ma lo sono stata, per tanti anni.

Non c'era un motivo perché lo fossi, si crede per fede, e la fede non si può spiegare. Dentro di me sapevo che Dio esisteva, lo sentivo intorno a me, nella natura, nelle persone, in tutto quello che mi circondava. Ero convinta che il mondo fosse creato da Dio, e che si basasse sull'amore, e su quelle leggi che Gesù Cristo aveva insegnato agli uomini. Per me credere significava non essere mai sola, sapere che c'era sempre qualcuno che mi stava accanto e su cui potessi contare, anche solo per averne conforto, e pregare significava anche riflettere, interrogarmi sulla mia vita, sulla mia condotta, sulle mie azioni.

Ho lasciato la chiesa cattolica 10 anni fa, e piano piano anche la fede è iniziata a venir meno. Col passare degli anni son diventata molto più cinica e molto meno spirituale, e ora no, non credo ci sia un dio, non credo ci sia nessuno che si preoccupi di noi. Forse stavo meglio prima, quando avevo fede, avevo delle risposte, potevo credere che ci fosse qualcosa oltre alla morte, ora capita più spesso che tutto mi sembri inutile e senza senso, e questo mi fa pensare che quella fede che avevo un tempo derivasse proprio dall'esigenza di dare un senso alla vita. Ma ora non voglio più "raccontarmi delle storie", non voglio più credere in qualcosa per stare meglio, per quanto sia difficile.

A time will come when it will seem that in vain did the Egyptians honor their gods, in the piety of their heart. The gods will leave the earth, will regain the sky; they will abandon Egypt.

O Egypt, Egypt! Of your cults, only fables will remain, nothing will survive but words written on stone...

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per me si crede per paura e per ignoranza

È proprio qui sulla terra la mela proibita | e non Dio ma qualcuno che per noi l'ha inventato | ci costringe a sognare in un giardino incantato

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Grazie a berterius per questo topic.

Io sono cattolico non tanto per ragionamenti, ma per esperienza e scrivere della propria vita non è facile, tanto meno è facile farlo in poche righe.

Diciamo che ho incontrato delle persone che vivevano la loro vita più felici di me, gli ho chiesto il perché e mi hanno risposto "viene e vedi". E sono ancora qui che sto andando e sto vedendo.

Quindi, almeno per me, non c'entra nulla il dopo la morte come qualcuno dice, ma una convenienza per la mia vita presente ora.

Poi, da matematico, non posso non notare un ordine nella realtà che mi circonda, il fatto che (quasi) tutto il reale risponda a regole matematiche ben precise che mi vien da spontaneo chiedermi chi le abbia decise. Ma un Dio "semplicemente" creatore non mi cambierebbe per niente la vita di tutti i giorni, perché avrebbe esaurito il suo compito qualche miliardo di anni fa.

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le regole si trovano...e si creano

È proprio qui sulla terra la mela proibita | e non Dio ma qualcuno che per noi l'ha inventato | ci costringe a sognare in un giardino incantato

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Cerchero' di essere il piu' possibile sintetico per quanto riguarda la mia esperienza personale, ma permettimi, Berterius, di aprire una piccola parentesi prima di rispondere alla domanda proposta... soprattutto per potermi collegare, in qualche modo, al topic che hai citato (“per quale motivo si e' Ateiâ€) e all'altro “Chiesa Cattolicaâ€... soprattutto perche' il tono del secondo...per mio modesto parere... sta molto calando e vengono postate generalizzazioni quasi imbarazzanti.

Colui che non si interroga sui propri valori, sulle proprie sensazioni, sul proprio ruolo attivo nel mondo, sulla relazione che ha con la realta', semplicemente non puo' essere un credente. Credere e' affidamento, fiducia, dono. Questo vale sia che intendiamo il credere come un moto verso Dio oppure verso l'amicizia, l'amore... Colui che non si interroga sui meccanismi, le conseguenze, le premesse e l'impegno personale del “credereâ€, si comporta da pecorone... capace solo di seguire il gregge e spesso nel rischio di essere tacciato come ipocrita... perche' al cambio della corrente cambia direzione. Il credere e' frutto all'autocoscienza. Il “credente†che non ha autocoscienza del proprio credo e' un superstizioso. Colui che crede nell'amicizia senza “essere†amico e' un ipocrita.

Una persona davvero credente “in una religione†(passatemi il termine) e' meritevole di rispetto ed attenzione esattamente come colui che indirizza il proprio sincero credo non verso Dio, ma verso l'amico, l'amante, l'uomo, la scienza.

Intimamente sono convinto che 5000 anni fa esistevano persone rispettabilissime che credevano nella divinita' del fulmine, e proprio per questo loro credo sincero siano, nel corso della loro vita, diventate persone piu' mature e forti.

Ma veniamo a me:

Il mio credere e' un processo in divenire, non una dote innata. La mia fede e' nata, cresciuta e maturata semplicemente perche' vi ho investito tempo ed energia. Quando ero un bimbetto frequentante il catechismo, ero talmente stufo ed annoiato di quei “ridicoli corsi†che, fatta la comunione (e accontentato i miei genitori), ho mollato tutto. Mi sentivo un ipocrita al frequentare corsi in cui non vedevo significato, e partecipare ad una liturgia a cui non credevo, sebbene riconoscessi il valore umanitario e sociologico degli insegnamenti di Cristo. Col tempo, complice anche il fatto che giocavo in oratorio, partecipando qui e li' alla messa domenicale (piu' che altro per guadagnarmi il diritto ad utilizzare il ping-pong parrocchiale :DD ), ho provato ha riflettere sul perche' c'e' gente che da importnza alla religione... gente intelligente... gente colta... gente semplice. Un paradosso rispetto all'idea del credente=bigotto....sebbene di bigotti ne abbia incontrati molti.

Perche' secondo me Dio esiste? Ho semplicemente lasciato la mente aperta alla possibilita' e seguito le indicazioni che le scritture danno. Non ho una “prova materiale†e non voglio averla. Non mi serve e, paradossalmente, provare l'esistenza di Dio significa distruggere la fede.

In poche parole:

Dio esiste perche' ho fatto esperienza di Lui. Mi sento Integro, soddisfatto di me, stimolato a crescere, stimolato al confronto con quello che ho intorno. Coerente. Completo.

Non sono solito citare altri nei miei interventi, ma non posso che quotare Ellelle: i cammini di fede hanno sempre punti in comune e lui, essendo stato piu' sintetico di me, mi ha praticamente tolto di bocca le parole.... e giuro che mi sto ancora asciugando le lacrime da quando ho letto degli aquiloni per far volare le madonne.... :DD :DD .

E non posso non citare i versi di una bellissima canzone/poesia che sintetizza cio' che ho scritto e che vedo nella mia esperienza di fede oggi:

Ricordami, come sono infelice

lontano dalle tue leggi;

come non sprecare il tempo che mi rimane.

E non abbandonarmi mai...

Non mi abbandonare mai!

Perchè, la pace che ho sentito in certi monasteri,

o la vibrante intesa di tutti i sensi in festa,

sono solo l'ombra della luce.

(Battiato, L'ombra della luce)

Capisco l'invito di Berterius sul rispetto e l'ascolto, ma se qualcuno vuole domandare, io sono qui.

e.... Ipluto... Ignoranza e Paura e' quello che produce giudizi affrettati e lapidari come i tuoi.... riflettici la prossima volta che vorrai farci partecipi della tua saggezza.

Come la maggior parte delle altre cose intorno a cui gli uomini si eccitano, quali la salute e la malattia, la vecchiaia e la giovinezza, oppure la guerra e la pace, dal punto di vista della vita spirituale e' soltanto materia prima. (Berlicche)

"Le parole condizionano la lettura dei fatti" (R.Saviano)

Vieni a trovarci nella "PICCOLA ACCADEMIA DI ITALIAMAC! --> LINK

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e giuro che mi sto ancora asciugando le lacrime da quando ho letto degli aquiloni per far volare le madonne.... :DD:(

E visto che Adonai (anche se a volte non sembra) ha un grande senso dell'umorismo, abbiamo pure ricevuto un premio! :)

ecce sto ad ostium et pulso

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A proposito di luoghi comuni (ahinoi, un topic come questo si presta a diventare la fiera delle banalità), una delle cose che credevo da fuori la Chiesa era quella del fedele a 90° ... ehm... :) ehm... :DD insomma, non è proprio un termine tecnico, ma rende l'idea...

Io, ateo, potevo ergermi come un Titano "per affrontar del mondo la burrasca"

(passatemi la citazione). Cool... molto Sturm und Drang.

Da un grande senso di potenza essere capaci di guardare l'abisso negli occhi, e bisogna avere i muscoli della nuca particolarmente rigidi, direi quasi impietriti dall'orgoglio.

Invece il fedele era un decerebrato, che non aspettava altro che sentirsi dire cosa fare e cosa credere. HA! facile una vita così! Ci vogliono mica gli attributi per fare i pecoroni.

Ed è proprio così: per fare i pecoroni non servono gli attributi.

Ma non è solo una questione di Fede. Vale ovunque e per chiunque.

"Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono." Mt 11,12

I violenti, non i pecoroni.

ecce sto ad ostium et pulso

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La prima delle opzioni mi sembra autocontradditoria: Dio, se esiste è ben più grende di noi uomini, quindi un dio che nasca dagli uomini, non sarebbe altro che un'illusione.

La seconda opzione invece sarebbe da capire meglio, in particolare cosa intendi per "subordinato".

Comunuqe, propendo senza dubbio per la prima.

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La prima delle opzioni mi sembra autocontradditoria: Dio, se esiste è ben più grende di noi uomini, quindi un dio che nasca dagli uomini, non sarebbe altro che un'illusione.

La seconda opzione invece sarebbe da capire meglio, in particolare cosa intendi per "subordinato".

Comunque, propendo senza dubbio per la prima.

Dio si diffonde in Tutto attraverso l'Uomo oppure è l'Origine Prima del Tutto, cioè anche dell'Universo e della sua formazione, e di conseguenza anche dell'Uomo?

"Il vero problema delle citazioni in Internet è che non puoi mai sapere se sono autentiche" Oscar Wilde

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Confermo la seconda opzione.

Continuo a non capire come dio possa diffondersi in tutta la realtà (se è questo che intendo con Tutto) attraveso noi uomini. Ma forse non è il caso di perdersi in sottigliezze (se tali sono).

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Ho compiuto 22 anni ieri e per quanto mi renda conto di aver poca esperienza di vita vissuta ho cambiato idea diverse volte riguardo al mio senso religioso. Per questa ragione non escludo di cambiare ancora modo di vedere le cose, anche perchè ho molti dubbi a riguardo.

La mia prima educazione è stata "confusamente cattolica". Battezzato e catechizzato fino all'età della prima comunione, ho acquisito dai miei genitori la fede in Dio e la profonda ammirazione in Gesù Cristo. In età puberale il loro progressivo new age-izzarsi e dedicarsi ad altre forme di spiritualità mi ha fatto abbandonare la Chiesa, rendendomi però diffidente verso i loro approcci più mistici anche se meno dogmatici.

A 18 anni lessi "come io vedo il mondo", un piccolo saggio di Einstein, che mi sconvolse, rendendomi curioso e insaziabile di conoscenza. Iniziai ad appassionarmi di filosofia e la prima reazione, un pò ingenua, è stata sbarazzarmi dei rimanenti modelli cattolici che mi erano rimasti e dedicarmi ad un ateismo puro e senza compromessi, condito dallo scetticismo radicale verso ogni forma di spiritualismo.

Io ero certo che un Dio che avesse a cuore la sorte degli uomini non esistesse, che ogni religione fosse illusoria e falsa, ma non mi bastava. Provavo rabbia per chi si prendeva in giro con le fiabe dei libri sacri perchè pensavo fossero nel torto e sprecassero la propria vita.

Conoscendo poi alcuni cattolici ferventi e molto praticanti, ho provato una strana sensazione vedendo nei loro occhi una luce quando mi parlavano di Gesù non come figura mitologica, ma come colui che è morto e risorto per noi. Mi sono reso conto che l'esperienza religiosa è qualcosa di tanto inspiegabile quanto potente. Anche se il credente si sbaglia, vive sapendo di seguire la verità. Questa certezza assoluta, non è mai negativa in se.

Avere una propria verità spesso è funzionale, e non va negata! Il tacciare la religione come una costruzione mentale, dire che si crede in Dio solo perchè si vuole ipostatizzare la perfezione mancata dell'uomo, in fin dei conti ha la stessa valenza del dire che l'amore è solo una serie di reazioni chimiche. L'analisi scientifica del fenomeno non dove sminuirne la potenza effettiva che ha sulla vita di chi ne fa esperienza.

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Quanti bellissimi interventi! Bene, sono proprio felice! :ghghgh:

Speravo proprio che ne venisse fuori qualcosa di buono. Ciò che mancava nei topics precedenti era una chiara visione, nero su bianco, del rapporto del credente verso la propria fede.

Visto che solo le azioni qualificano le persone, non m’interessava perder tempo ponendo su una bilancia qualitativa chi crede in Dio e chi no, bensì analizzare l'eventualità di un denominatore comune. In effetti c'è.

Immaginiamo di considerare due soggetti intelligenti che vivono serenamente e consapevolmente le proprie inclinazioni (apparentemente opposte), bene, noteremo che entrambi tendono ad interrogarsi su tutto.

Caratteristica per antonomasia di una persona non statica, la quale, dopo un po’, per forza di cose giunge al punto di trascendere la realtà, perché in quanto limitata finisce, si esaurisce.

Ergo: chiunque costantemente s’interroga su tutto (credente o ateo che sia) è una persona protesa verso l'infinito. Mai materialista. Consapevole dell'interiorità dell'Uomo, perché a tutti gli effetti ne fa uso.

Questo comune modus operandi porta a comprendere che mediamente non esiste superiorità, da entrambe le parti.

Ampliando il discorso, checchè se ne dica è la salvifica mancanza di controllo sugli eventi che ci fa sentir vivi.

Possiamo fare a meno della gioia che proviamo quando conquistiamo le nostre mete, ma... siamo già "morti" se non ci troviamo sempre un-passo-indietro al raggiungimento di una nuova.

Quindi, non cerchiamo e non necessitiamo realmente di perfezione e certezze, bensì d’imperfezione e dubbi.

Infatti è bellissimo pensare/sperare che tutto non si limiti a ciò che appare, che esista un qualcosa identificabile solo nella parola "great".

Anch'io riconosco l'eventualità di questa condizione di "greatness". Non qualificabile, perché se lo fosse sarebbe frutto di una mia percezione, ma identificabile solo come semplice deduzione derivata da un'altra percezione, questa volta inevitabile ma non necessariamente corretta: l'esser parte di una scala di valori universale, che comprende elementi infinitamente più grandi ed infinitamente più piccoli del sottoscritto.

In sostanza, praticamente tutto sfugge alla mia capacità di focalizzazione.

"Perché niente che valga la pena di conoscere può esser compreso dalla mente" (da "Manhattan").

Quindi, dimensioni, "realtà" totalmente inimmaginabili, che vanno incommensurabilmente oltre ogni eventuale allenatissima capacità di comprensione.

Solo che questo io non lo chiamo Dio, lo chiamo Mistero (non nell'accezione religiosa).

Siamo avvolti dal Mistero e dal misticismo da esso derivato, inteso come adesione acritica al fatto che siamo parte di un tutto inspiegabile.

Questo è affascinante. Senza il senso d’incompletezza derivato dal rapporto con l'ignoto, per quel che mi riguarda, la mia vita sarebbe una non-esistenza.

Non potrei mai accettare l'idea di aver compreso.

Attendiamo qualche altro intervento:)

"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

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Quanti bellissimi interventi! Bene, sono proprio felice! :ghghgh:

Speravo proprio che ne venisse fuori qualcosa di buono. Ciò che mancava nei topics precedenti era una chiara visione, nero su bianco, del rapporto del credente verso la propria fede.

Visto che solo le azioni qualificano le persone, non m’interessava perder tempo ponendo su una bilancia qualitativa chi crede in Dio e chi no, bensì analizzare l'eventualità di un denominatore comune. In effetti c'è.

Immaginiamo di considerare due soggetti intelligenti che vivono serenamente e consapevolmente le proprie inclinazioni (apparentemente opposte), bene, noteremo che entrambi tendono ad interrogarsi su tutto.

Caratteristica per antonomasia di una persona non statica, la quale, dopo un po’, per forza di cose giunge al punto di trascendere la realtà, perché in quanto limitata finisce, si esaurisce.

Ergo: chiunque costantemente s’interroga su tutto (credente o ateo che sia) è una persona protesa verso l'infinito. Mai materialista. Consapevole dell'interiorità dell'Uomo, perché a tutti gli effetti ne fa uso.

Questo comune modus operandi porta a comprendere che mediamente non esiste superiorità, da entrambe le parti.

Ampliando il discorso, checchè se ne dica è la salvifica mancanza di controllo sugli eventi che ci fa sentir vivi.

Possiamo fare a meno della gioia che proviamo quando conquistiamo le nostre mete, ma... siamo già "morti" se non ci troviamo sempre un-passo-indietro al raggiungimento di una nuova.

Quindi, non cerchiamo e non necessitiamo realmente di perfezione e certezze, bensì d’imperfezione e dubbi.

Infatti è bellissimo pensare/sperare che tutto non si limiti a ciò che appare, che esista un qualcosa identificabile solo nella parola "great".

Anch'io riconosco l'eventualità di questa condizione di "greatness". Non qualificabile, perché se lo fosse sarebbe frutto di una mia percezione, ma identificabile solo come semplice deduzione derivata da un'altra percezione, questa volta inevitabile ma non necessariamente corretta: l'esser parte di una scala di valori universale, che comprende elementi infinitamente più grandi ed infinitamente più piccoli del sottoscritto.

In sostanza, praticamente tutto sfugge alla mia capacità di focalizzazione.

"Perché niente che valga la pena di conoscere può esser compreso dalla mente" (da "Manhattan").

Quindi, dimensioni, "realtà" totalmente inimmaginabili, che vanno incommensurabilmente oltre ogni eventuale allenatissima capacità di comprensione.

Solo che questo io non lo chiamo Dio, lo chiamo Mistero (non nell'accezione religiosa).

Siamo avvolti dal Mistero e dal misticismo da esso derivato, inteso come adesione acritica al fatto che siamo parte di un tutto inspiegabile.

Questo è affascinante. Senza il senso d’incompletezza derivato dal rapporto con l'ignoto, per quel che mi riguarda, la mia vita sarebbe una non-esistenza.

Non potrei mai accettare l'idea di aver compreso.

Attendiamo qualche altro intervento:)

E' proprio questo il nodo :ghghgh:

Nel momento in cui l'Uomo, curioso per natura, capisce di avere dei limiti fisiologici, tenta, sempre grazie al suo immenso quanto limitato intelletto, non solo di dare una risposta ai dubbi, ma di cercare le ragioni che stanno dietro all'inspiegabilità di alcuni

Convivere con dubbi quotidiani non è una mancanza, tutt'altro, ciò rappresenta, sia per l'Ateo sia per il Credente, il sereno riconoscimento di essere inferiore

Ciò a cui siamo inferiori rimarrà sempre a discrezione di ognuno

Questa riflessione di Einstein riassume perfettamente il concetto :cry:

Il sapere che l'impenetrabile esiste realmente e si manifesta a noi come la più alta saggezza e la bellezza più splendida, che le nostre facoltà limitate riescono a comprendere solo nelle loro forme più primitive – questa coscienza, questo sentimento, è al cuore di ogni autentica religiosità. In questo senso, e solo in questo senso, io appartengo alla categorie degli uomini devotamente religiosi

"Il vero problema delle citazioni in Internet è che non puoi mai sapere se sono autentiche" Oscar Wilde

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... ho acquisito dai miei genitori la fede in Dio

Perdonami, ma questa è una mezza bestemmia.

La Fede è un dono. Non la acquisisci da nessuno. Non la puoi comprare un tanto al chilo, e non te la erediti nemmeno nel DNA.

I miei genitori sono sempre stati attivisti del PCI prima e dei DS poi.

Ho avuto un bisnonno anarchico, che nel suo testamento specificava di non chiamare il prete perchè erano soldi buttati via.

Sapessi gli attacchi che ho subito quando mi sono battezzato, ma soprattutto quelli che ha subito mia moglie quando è stata presentata alla parentela.

Non sono mai andato a catechismo, ed ho assistito ad una Messa per la prima volta a 12 anni, per il funerale di una professoressa delle medie.

Dai genitori puoi ricevere un determinato imprinting culturale. Punto.

ecce sto ad ostium et pulso

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