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MARILLION - Happiness Tour '09


Maldon

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Il 4 febbraio ho assistito all'ennesimo gig della band inglese.

932km per coprire la distanza, giacché si trattava dell'unica data italiana.

Sorpreso, tra l'altro, di aver incontrato persone partiti da ben più lontano:

Palermo, Taormina e... Malborough!

Buona la location anche se un po' scomoda per chi non era della zona: il Live di Trezzo d'Adda, e pubblico pantagruelico se si considera la scarsissima pubblicità di cui godono i Marillion sul suolo italico. Non meno di 1.200 spettatori che hanno goduto di quasi due ore di good vibrations.

I Marillion non solo sono ancora vivi, ma, dall'alto delle mie numerose presenze ai loro gigs, posso confermare con ragionevole certezza che i cinque non sono mai stati così vitali! wink.gif

Esperienza 'enorme' quella vissuta a Trezzo d'Adda;

gli anni passano, ma loro salgono sul palco e sembrano quasi sfidarti:

"Se pensi di trovarti di fronte a cinque vecchietti sei nel posto sbagliato;

se speravi di ascoltare vecchie glorie del neoprog, nuovamente, sei nel posto sbagliato.

Noi siamo venuti qua per impressionare, per tracciare una linea netta tra cosa è musica e cosa non lo è;

noi siamo venuti per ansimare con voi, noi siamo venuti per farti lacrimare.

E saranno lacrime di gioia, e saranno lacrime di disperazione... !"

Veri professionisti, raffinati 'affastellatori' di suoni... merce rara al giorno d'oggi. Hogarth sa incantare la platea come pochi, la sua voce ormai sembra non conoscere più limiti, di una bellezza inquietante, tra l'altro, il suo ghigno nicolsoniano. Alla sua destra un "enorme" Rothery, sia per la circonfernza che per il tocco magistrale, ha spesso lasciato chi non lo conosceva interdetto, meravigiato, quasi imbarazzato per aver apprezzato la sua magia solo ora; alla sinistra Pete Trewavas, anima ritmica del quintetto albionico non solo non sbaglia mai una nota, ma sembra catalizzare gli occhi degli altri componenti che quasi l'implorano di suggerirgli il passaggio successivo; alle sue spalle il fine cesellatore, al secolo Mark Kelly, che sta alla musica come Armani alla moda, e il bradipo Ian Mosley, ideale chiusura del cerchio di un suono che inabissa l'ascoltatore in lande lontanissime ove struggimento e sublime sciolgono i loro antagonismi.

Loro sono i Marillion, tra le band più sottovalutate del pianeta.

Un inchino deferente...

Qualche scatto realizzato durante il concerto:

http://www.flickr.com/photos/31737885@N05/sets/72157613437173550/

saluti

Maldon

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