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A proposito di Miyazaki e del castello di Howl


Maldon

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Spinto da una piccola discussione avuta in altro thread, ho pensato di aprire un topic ad hoc. Si discuteva della storia del Castello errante di Howl, del modo di intendere l'animazione in terra nipponica.

In realtà, i film di Miyazaki non presentano difficoltà insormontabili per un pubblico occidentale, altrimenti sarebbe incomprensibile il suo sdoganamento. La cultura nipponica fa da base a tutte le sue opere, ma le storie che racconta hanno evidentemente un respiro universale. Non c'è quasi mai una morale di facile lettura, ma una opinione sul mondo che resta, appunto, confinata nel vissuto di chi la esprime, senza pretendere di assurgere a paradigma. Miyazaki non cade nella trappola assolutista, non è buonista, non si lascia irretire dai luoghi comuni abusati nell'animazione statunitense in cui c'è una tipizzazione granitica, facilmente riconoscibile. Un linguaggio mai banale, e questo vale per buona parte dei titoli dello Studio Ghibli, che vuol piacere senza però mirare ad assecondare il pubblico, rendendosi semplificatoriamente accessibile e leggibile a tutti i costi. Lo spettatore è chiamato ad un lavoro ermeneutico che l'animazione americana non chiede, deve raccogliere i pezzi e unirli per trovare significati e leggere tra le righe. Insomma, non sono film adatti a un pubblico pigro, quello che pensa al Cinema come forma di intrattenimento e nulla piu'.

Apro parentesi: annoiarsi al cinema per molti è sinonimo di film impegnato. Eppure dovrebbe essere esattamente il contrario, o comunque dovrebbe essere chiaro che a vedere sempre film disimpegnati ci si annoia maledettamente. E, invece, almeno nella mia esperienza, sembra che sia il contrario... mah!

Ma veniamo alla pellicola trasmessa qualche giorno fa in televisione:

Il castello errante di Howl.

Se paragonato agli ultimi due film di Miyazaki sembra addirittura semplice, ma, appunto, confrontandolo ad altre sue opere. In termini assoluti, e soprattutto per un pubblico occidentale digiuno del'animazione targata Ghibli, resta un film complesso. La realtà del film è dominata dalla guerra, conflitti che sono semplicemente il pretesto per conservare o aumentare il potere. Come d'abitudine, Miyazaki non contrappone buoni a cattivi, e lo fa deliberatamente. Ma per un giapponese ciò è normale, abituato a una cultura che non conosce la dicotomia come quella occidentale. I suoi personaggi sono capricciosi, alternano debolezze infantili a posizioni drammatiche e tragiche con assoluta naturalezza. Bizzosi come vegliardi, possono essere altresì determinati come un ragazzino (Calcifer). Probabilmente al pubblico pigro dà fastidio che Miyazaki non specifichi le ragioni e la dinamica del conflitto, ma questo espediente gli permette di liberarsi del contingente per assurgere le sue storie a valori universali e atemporali. Il castello di Howl è un luogo precario, fatto di scarti, di avanzi, ma è anche un luogo sincronico in cui abitano epoche e luoghi diversi, attraverso le sue porte magiche è possibile coprire grandi distanze senza uscire di casa. Fa quello che dovrebbe fare una grande tecnologia; forse il castello è una geniale metafora del mondo, dove vecchio e nuovo si toccano costantemente.

E questo non sempre è chiaro all'uomo moderno.

saluti

Maldon

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Direi che “Il castello errante di Howl†è un capolavoro, sia dal punto di vista grafico che narrativo.

L'opera che prediligo, del grande artista Hayao Miyazaki, è “La città incantataâ€.

In tutte le sue creazioni - incredibilmente leggere e prive di artefatti intenti educativi - bene e male viaggiano a braccetto, facce intercambiabili di un'unica medaglia. I caratteri sono spesso ambivalenti, da qui il concetto di pericolo o salvezza riscontrabile dietro ogni angolo. Aspetto più reale che fantasy.

La vecchiaia non è più età della debolezza e del declino, ma della forza e di una riacquisizione del sé che fa il paio con la raggiunta consapevolezza e pace dei sensi.

Penso, quindi, che la grande capacità di Miyazaki sia di costruire "impalcature" razionali imprescindibili, sulla cui struttura dar libero spazio ai sogni, librandosi ciò nonostante con gran senso di causa, sempre analizzando in modo molto sensibile le emozioni umane. In chiave introspettiva, mistica, anche comica all'occorrenza.

Il discorso risulta costantemente arricchito, in modo mai scontato.

In "Howl's Moving Castle" la regina guerrafondaia, e la guerra costante, mi ricordano un po' "Nineteen Eighty-Four" di Orwell.

Notevoli le riflessioni sui concetti di Tempo e Spazio!

- il Tempo, e la perenne lotta intrapresa dall’uomo per sconfiggerlo

- lo Spazio, disatteso diegeticamente con l’ubiquo castello di Howl

Da osservare e da meditare, come tutta la sua produzione d'altronde :(

"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

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  • 2 settimane dopo...

Una personale rivisitazione di quel magnifico lampo onirico che è il treno che viaggia a pelo d'acqua ne "La città incantata" (Spirited Away).

Nell'ultimo meraviglioso lavoro dei Marillion c'è una traccia (This train is my life) che per lirismo musicale e suggestione testuale sembra legarsi magicamente con Miyazaki.

Ho scannerizzato un paio di foto dell'artista Antonio Seijas direttamente dal libretto dei Marillion che, evidentemente, fanno riferimento al brano in questione.

http://img80.imageshack.us/my.php?image=trainuponwaterfn6.jpg

http://img65.imageshack.us/my.php?image=railwaystationrw5.jpg

http://it.youtube.com/watch?v=BCX4uIQ3_B0

saluti

Maldon

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:ghghgh: belli... sembrano i radiohead.

O.T.

Io capovolgerei la frase:

ecco da chi hanno preso ispirazione i radiohead!

E già, quando scrivevano OK COMPUTER i radiohead avevano BRAVE nelle orecchie. E sai Brave chi l'ha composto? ... i Marillion, of course. :rolleyes:

saluti

Maldon

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Il castello errante di Howl è molto bello e ben fatto, ma non uno dei migliori di miyazaki.

E' un peccato che il mio vicino Totoro non sia nemmeno stato tradotto in italiano, è considerato il capolavoro della conematografia giapponese.

mah... a mio parere non c'è bisogno di una traduzione per goderseli... nel senso... in lingua originale le cose me le godo di piu... tradotte perdono di brutt. ci sono tanto bene i sottotitoli... :(

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mah... a mio parere non c'è bisogno di una traduzione per goderseli... nel senso... in lingua originale le cose me le godo di piu... tradotte perdono di brutt. ci sono tanto bene i sottotitoli... :(
sì vabè anche io mi adatto ai sottotitoli.

è un peccato perchè nessuno lo conosco però

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mah... a mio parere non c'è bisogno di una traduzione per goderseli... nel senso... in lingua originale le cose me le godo di piu... tradotte perdono di brutt. ci sono tanto bene i sottotitoli... :fiorellino:

Verissimo, l'originale non ha rivali!

saluti

Maldon

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:ghghgh: Amo Miyazaki, il più bello secondo me è la città incantata, anche se son tutti belli...a mio parere cmq i migliori restano: La suddetta, Il castello errante di howl, Porco rosso, La principessa Mononoke, Totoro, inoltre anche Lupin e il castello di Cagliostro .

MacBook 2.2GHz Intel Core 2 Duo 3GB RAM [White]

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O.T.

Io capovolgerei la frase:

ecco da chi hanno preso ispirazione i radiohead!

E già, quando scrivevano OK COMPUTER i radiohead avevano BRAVE nelle orecchie. E sai Brave chi l'ha composto? ... i Marillion, of course. :ciao:

saluti

Maldon

O.T. Usi droghe particolari per affermare ciò ke dici? :ghghgh:

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O.T. Usi droghe particolari per affermare ciò ke dici? :ghghgh:

O.T.

Non rido perché tipi come te sono fin troppo comuni,

e a quest'ora avrei la mandibola collassata;

non replico perché non ne ho voglia, in mancanza di basi diventerebbe un calvario.

saluti

Maldon

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O.T.

Non rido perché tipi come te sono fin troppo comuni,

e a quest'ora avrei la mandibola collassata;

non replico perché non ne ho voglia, in mancanza di basi diventerebbe un calvario.

saluti

Maldon

O.T.

Scusa! non volevo essere offensivo nei tuoi confronti, solo che a questo punto dovresti anche dire che i Marillion quando scrivevano i pezzi per "Script For A Jester Tears" nell'83 ascoltavano i Genesis,ritengo che non puoi parlare così dei Radiohead,è oggettivamente un grande gruppo qst non puoi negarlo...ma non è questa la sezione del forum adatta per questi discorsi Pace:fiorellino:

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O.T.

Scusa! non volevo essere offensivo nei tuoi confronti, solo che a questo punto dovresti anche dire che i Marillion quando scrivevano i pezzi per "Script For A Jester Tears" nell'83 ascoltavano i Genesis,ritengo che non puoi parlare così dei Radiohead,è oggettivamente un grande gruppo qst non puoi negarlo...ma non è questa la sezione del forum adatta per questi discorsi Pace:fiorellino:

Guarda, io amo i Radiohead. Ciò che ho scritto non implica in alcun modo che i Radiohead siano derivativi, non lo sono affatto. Si chiama ispirazione. C'è che i Marillion li conoscono in pochi, ma alle spalle hanno una carriera di circa 30 anni! Il tuo equivoco l'avevo già compreso, e infatti mi citi Script, la preistoria dei Marillion. E' verissimo ciò che scrivi, Fish e sodali ascoltavano i Genesis, innegabile.

Vabbé, non occupiamo altra banda, è scortese per Miyazaki.

A proposito, stasera ho rivisto La città incantata... :ghghgh:

peace

Maldon

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