Vai al contenuto

COSCIENZA ESTETICA: UN FATTO DEL TUTTO SOGGETTIVO?


Messaggi raccomandati

Sono 10 anni che faccio questo lavoro.

Lavoro che la lingua italiana (con il suo ampio vocabolario semantico)

non è ancora in grado di definire in modo soddisfacente.

E, non è per fare i fighi e sparare parole dal significato fumoso,

ma questo mestiere trova effettivamente una maggior dignità

nell'essere definito in termini stranieri.

Designer? Visual communicator? Art director? Creative manager?... Boh!? :ciao:

Mia nonna non è mai riuscita a capire che lavoro facessi.

Ad ogni modo, non essendoci ancora (in Italia)

un albo professionale che abiliti un grafico pubblicitario,

designer, programmatore, fotografo che sia,

oggi, in questo paese, sono tutti grafici.

Sono tutti creativi.

Sono tutti maestri.

Una vera e propria tragedia per la coscienza estetica collettiva.

Recentemente mi è stato detto: “La grafica non è una cosa artisticaâ€.

Ma quando mai?

Ma chi lo dice?

E con che titolo, poi?

Facciamo un passo indietro, committenti e “artistiâ€,

chiediamoci chi sia un vero professionista e con che diritto

ci si possa fregiare della qualifica di “creativoâ€.

Chiedo umilmente una tregua

alle brutture grafiche di IV categoria e all’incompetenza tecnica.

Ricerchiamo una dignità estetica della composizione e una qualità del messaggio.

E, possibilmente, un professionista vero.

Saluti.

BB

flickr.com/photos/14398685@N05/?saved=1

Link al commento
Condividi su altri siti

Mia nonna non è mai riuscita a capire che lavoro facessi.

Son capitato per caso....e per caso ho letto "di qualcosa che non conosco"..... però...mi ha colpito questa frase....

Fà tenerezza :ciao:

Mi piace..... Ciao BB:ciao:

Ciao R_i_k_y

Link al commento
Condividi su altri siti

Ciao Riky, è vero: fa tenerezza.

È morta quest'anno a 91 anni e... mi manca ancora.

Ogni tanto mi chiedeva "come va il lavoro?"...

E io rispondevo sempre: "bene."

...ma non ho mai capito fino a che punto sapesse.

Se vi capita, leggete il libro:

"Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario....Lei mi crede pianista in un bordello";

di Jacques Seguela, Milano, Ed. Lupetti.

È divertente! :ciao:

Saluti.

BB

flickr.com/photos/14398685@N05/?saved=1

Link al commento
Condividi su altri siti

Ciao Riky, è vero: fa tenerezza.

È morta quest'anno a 91 anni e... mi manca ancora.

Ogni tanto mi chiedeva "come va il lavoro?"...

E io rispondevo sempre: "bene."

...ma non ho mai capito fino a che punto sapesse

:ghghgh: Ogni volta che parli... mi fai bene o male riflettere...già :ghghgh:

Ciao R_i_k_y

Link al commento
Condividi su altri siti

Sono 10 anni che faccio questo lavoro.

Lavoro che la lingua italiana (con il suo ampio vocabolario semantico)

non è ancora in grado di definire in modo soddisfacente.

E, non è per fare i fighi e sparare parole dal significato fumoso,

ma questo mestiere trova effettivamente una maggior dignità

nell'essere definito in termini stranieri.

Designer? Visual communicator? Art director? Creative manager?... Boh!? :ghghgh:

Mia nonna non è mai riuscita a capire che lavoro facessi.

Ad ogni modo, non essendoci ancora (in Italia)

un albo professionale che abiliti un grafico pubblicitario,

designer, programmatore, fotografo che sia,

oggi, in questo paese, sono tutti grafici.

Sono tutti creativi.

Sono tutti maestri.

Una vera e propria tragedia per la coscienza estetica collettiva.

Recentemente mi è stato detto: “La grafica non è una cosa artisticaâ€.

Ma quando mai?

Ma chi lo dice?

E con che titolo, poi?

Facciamo un passo indietro, committenti e “artistiâ€,

chiediamoci chi sia un vero professionista e con che diritto

ci si possa fregiare della qualifica di “creativoâ€.

Chiedo umilmente una tregua

alle brutture grafiche di IV categoria e all’incompetenza tecnica.

Ricerchiamo una dignità estetica della composizione e una qualità del messaggio.

E, possibilmente, un professionista vero.

:ghghgh::ciao::ghghgh:

sono perfettamente d'accordo.

Link al commento
Condividi su altri siti

@ Riky... fa piacere sapere che esiste "vita" su questo pianeta... :ghghgh:

@ mordillo: ah, sei d'accordo?? Ma... su tutto??? Tutto-tutto?

Mi pareva troppo complesso, come argomento... Beh, meglio così: pensavo di essermi fatta troppe seghe mentali!

Nessuno ha qualcosa da dire in merito alla presunta "coscienza estetica" da salvaguardare?

Beh... magari aspettiamo lunedì... :ghghgh:

Saluti.

BB

flickr.com/photos/14398685@N05/?saved=1

Link al commento
Condividi su altri siti

@ Riky... fa piacere sapere che esiste "vita" su questo pianeta... :ghghgh:

@ mordillo: ah, sei d'accordo?? Ma... su tutto??? Tutto-tutto?

Mi pareva troppo complesso, come argomento... Beh, meglio così: pensavo di essermi fatta troppe seghe mentali!

Nessuno ha qualcosa da dire in merito alla presunta "coscienza estetica" da salvaguardare?

Beh... magari aspettiamo lunedì... ;)

Scordatele!

Mi chedono sempre, cosa fai nel tempo libero ?

Lavoro,con il computer,

ha si? cosa fai?

Tutto,rispondo io, grafica ,e mail,musica,etc.

e questo è lavoro? mi dicono.

Mha sono palle,mi rispondono,

certo,io cele ho e tu ?sei capace?

etc,etc. ,alla fine solo per scaricare 2 foto in croce arrivano da me ,oppure come riesci a fare.......

non preoccuparti, chi disprezza poi compra.

un abbraccio

:sediata::ciao::ghghgh:

Link al commento
Condividi su altri siti

Naturalmente il fatto estetico è solo questione di gusti,ma nessuno è perfetto,a parte ............................

ME !

;)

Link al commento
Condividi su altri siti

Non son d'accordo che l'estetica sia solo un fatto personale.

(Come da titolo di 3D)

Quando invito a "fare un passo indietro" mi riferivo alla comprensione di cose oggettivamente belle ma che non necessariamente ci piacciono.

Significa dire: "è bello anche se io l'avrei fatto in modo diverso".

"È bello ma non mi piace".

Oppure: "fa schifo"!

Mi spiego meglio: è ovvio che ognuno di noi crea delle cose a suo gusto.

Ma è altrettanto vero che cerchiamo una formula che possa (in coscienza)

piacere ed essere capita anche dal prossimo.

Altrimenti il comunicatore è decisamente negato...

>>>

Quindi, basta con la grafica "taroccata"!

Anzi, io abolirei proprio la parola "GRAFICO".

Usiamone altre.

È troppo inflazionata e poi... non vuol dire più un cazzo...

4mvtr12.jpg

Saluti.

BB

flickr.com/photos/14398685@N05/?saved=1

Link al commento
Condividi su altri siti

sono completamente d'accordo con te...

l'estetica non è un fatto personale, ma nemmeno una scenza con parametri di valutazione...

a mio avviso sta tutto nel come viene usato il metodo comunicativo..

se viene fatto in maniera sapiente, sensata (dove ogni segno, ogni lettera, ogni colore ha un suo preciso significato) e originale, un qualsiasi lavoro può essere definito esteticamente "bello" (rabbrividisco...)

in un certo senso si arriva a definire dei valori oggettivi:

come dici tu una cosa può soggettivamente piacere o no, ma in essa altrettanto può rimanere legato un valore di bellezza estetica oggettivo...

lo spremi agrumi di Philippe Starck, il Juicy Salif

http://en.wikipedia.org/wiki/Juicy_Salif

può piacere o non piacere, ma nessuno può dire che è orribile, perchè solamente il guardarlo, il tenerlo in mano trasmettono delle sensazioni che vanno al di la delle impressioni soggettive...

stessa cosa per me accade con la "grafica"...

quanto orrendi sono certi biglietti da visita fatti da tremila scritte di 300 caratteri diversi con immagini "finto effetto" buttate li magari con qualche sfumatura sempre ad "effetto" ....

rispetto ad un bigliettino da visita completamente bianco con 3 scritte essenziali con caratteri pensati e significativi...

www.t1t.it Il mio sito personale

www.appartamentiumago.it ....casa vacanza in Croazia, ottimi i prezzi e i simpatici gestori

MacBook Pro "17 Core Duo - iMac G3 Flavors 333 Mhz - 2xiBook Clamshell G3 300Mhz with airport (Tangerine&Blue) - Canon EOS 350D + 18/55 + 55/200

Link al commento
Condividi su altri siti

ciao BB, crisi periodica? mi spiace per tua nonna.

ti sei risposta da sola, chi non conosce questo lavoro non lo considera tale, pensa che la mia titolare dopo 17 anni di mac dice ancora che sto giocattolando col macinino anche se nell'ultimo anno ci ha speso su qualcosa come 17.000 leuri...è un problema del digitale in sè, niente di palpabile? non esiste...non abbatterti, fai come me: ignorali.

Miao

[uso il mac solo perchè la concorrenza fa cagare]

[non preoccupatevi di far domande banali…tanto siamo qui a pettinare bambole…]

Link al commento
Condividi su altri siti

Beh hai perfettamente ragione balckblox…… Ma sai in questo mondo di puffi in qualsiasi argomento che sia di politica calcio società o altro……… a parlare sono dei veri messia profeti e saccenti………

Nel nostro lavoro o meglio nel tuo lavoro io mio occupo dal 1991 di prestampa presso una grossa Tipografia dove oggi lavoro ancora, (non ho mai voluto essere chiamato grafico…creative… Art director o altro). Mi son solo occupato solo di prestampa…

Ne ho visto di nefandezze in questi anni…Gente che sembravano il risorto Gesù… dicevano sai, vedi, devi sapere, guarda,……… la prima pecca la differenza è di quello che vedi o realizzi a quello che fai stampare non è mai uguale… devi aver delle conoscenze, esperienze, studi… (non voglio accusare).

Gente improvvisata ma non li possiamo condannare hanno scelto alternative al lavoro diciamo per far qualcosa di soldi…… come tutti gli altri lavori edili, commerciali, ………

Il problema non è solo il nostro…

Qualche cliente sentirsi dire questo lavoro costa 1000 euro e vai da queste persone te lo propongono per 200 euro……… ovvio cosa vuoi che faccia il cliente???

Per questa politica di convenienza e per rispetto di me stesso sopratutto per i miei figli e tempo libero non ho mai avuto idea di far lavori da casa…… per arrotondare lo stipendio…

In primis la realizzazione il tempo che dedichi non è mai stato ripagato…

Un'altra considerazione la tutela degli albi che dici…… ma gli altri albi che esistono rispettano tutti il modo di lavorare????? Penso di no che sia commerciale geometra notarile e altro nessuno rispetta la categoria lavorativa…

P.s. una piccola opinione che non cambia niente a quello che accade intorno a noi………

Ciao

La teoria quando sai tutto e niente funziona la pratica è quando funziona tutto e non sai il perche

Albert Einstein

Link al commento
Condividi su altri siti

Se vi capita, leggete il libro:

"Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario....Lei mi crede pianista in un bordello";

di Jacques Seguela, Milano, Ed. Lupetti.

È divertente! :ciao:

pensa che mi ha raccontato Barbella che per girare uno spot avevano una scena in un bordello e serviva un pianista. Pensarono per gioco di chiamare Seguelà e lui accettò al volo! contento come un pasqua di girare quella scena! e il piano era anche bravo a suonarlo!

solo un piccolo aneddoto!

per quello che hai scritto nel primo post, beh, parole sante! e anche mia nonna non ha ancora capito bene in cosa mi sono laureato e di cosa faccio tutto il giorno davanti al computer! :ciao:

PowerBook G4 17" - iMac 24" 2.8GHz C2D

|| iPod 3g 15Gb || iPod Nano 1g 2Gb || iPod Nano 3g 8Gb || iPod Touch 8Gb || iPhone 3g 16Gb ||

My Flickr

Link al commento
Condividi su altri siti

Non son d'accordo che l'estetica sia solo un fatto personale.

(Come da titolo di 3D)

Quando invito a "fare un passo indietro" mi riferivo alla comprensione di cose oggettivamente belle ma che non necessariamente ci piacciono.

Significa dire: "è bello anche se io l'avrei fatto in modo diverso".

"È bello ma non mi piace".

Oppure: "fa schifo"!

Mi spiego meglio: è ovvio che ognuno di noi crea delle cose a suo gusto.

Ma è altrettanto vero che cerchiamo una formula che possa (in coscienza)

piacere ed essere capita anche dal prossimo.

Altrimenti il comunicatore è decisamente negato...

>>>

Quindi, basta con la grafica "taroccata"!

Anzi, io abolirei proprio la parola "GRAFICO".

Usiamone altre.

È troppo inflazionata e poi... non vuol dire più un cazzo...

Io non faccio assolutamente parte di questa categoria, però il thread è interessante e mi piace esprimere il mio punto di vista.

Nella vita (almeno nella mia personale esistenza) ho dovuto imparare qualche cosa, fra le cose che ho imparato ce ne una che mi piace molto e credo sia molto attinente al tuo argomento, e cioè:

Non è bello quel che è bello, ma è bello ciò che piace........ma il "BELLO" lo capiscono tutti!

il "bello" è una cosa, (o anche una persona) fatta bene. non ti perdi a guardare e cercare di capire cosa/chi hai davanti. ti piace già, poi il bello si scopre man mano che lo osservi meglio, trovi dettagli, finiture, espressioni che al primo sguardo non ti sono state subito chiare ma che avevi già assimilato.

io come avete potuto capire non sono un grande oratore(e nemmeno scrittore) quindi la finisco qui perchè finirei con l'incasinare ancor di più il mio discorso, e renderlo più "brutto" di quanto non lo vorrei far sembrare!

Salut!

:ciao:

Link al commento
Condividi su altri siti

@ Oscuro: sì, crisi periodica. Come hai fatto ad indovinare?

Forse perché ho riaffilato il pennino???

Se posso ignorare?

Eh, ci sono cose che si fatica ad ignorare.

Soprattutto quelli che tirano fuori delle idee scontate, vecchie e brutte, convinti di aver fatto dei CAPOLAVORI!

Ma dov'è finita l'autocritica?

@ MassimoFly: il mio non era un discorso sui prezzi, piuttosto sull'atteggiamento dei cosiddetti "creativi".

Tutti pensano di avere senso estetico ma non è così come tutti pensano di avere senso dell'umorismo ma non è così.

È una questione di equilibrio fra il senso di autocritica, la volontà di mettersi in gioco, le proprie competenze.

@ nicoruk: grazie per la citazione! Ogni tanto, un po' di ironia e poesia non guasta...

@ LaMax: no, no! Il tuo intervento è pertinente! È precisamente il nocciolo della questione.

La comunicazione, grafica, o come cavolo volete chiamarla, non è solo un fattore soggettivo.

Ma non è fatta nemmeno solo di regole matematiche. O forse un buon equilibrio fra le due?

Saluti.

BB

flickr.com/photos/14398685@N05/?saved=1

Link al commento
Condividi su altri siti

Non è bello quel che è bello, ma è bello ciò che piace........ma il "BELLO" lo capiscono tutti!

lo dico da "Pittore analogico" (come direbbe Notpill)... sarebbe bello che tutti potessero capire il "bello"... ma non e' cosi'.

Il problema e' che il senso del "bello", la "sensibilita' alla qualita' estetica", come tutte le sensibilita' e' "innata", ma col tempo, se non allenata, come i mucoli, atrofizza.

Oggi si incontrano (spesso...ma non ditelo in giro :ciao:) persone che hanno un senso del "bello" rivoltante o che hanno sostituito nel proprio cervello il termine "bello" con "fatto a mano" oppure con "complicato"...o ancora con "strano".

Non parliamo poi dei danni che fanno alla categoria coloro che alimentano tale distora percezione del "bello".

Io, il meglio che posso fare, e' farmi il culo per approfondire la mia tecnica, ricercare i materiali migliori e lasciare che le opere parlino da sole, senza mettere in mezzo diplomi (che comunque ho :ciao:) e fiumi di parole che sanno molto di fumo.

e si sa che dove c'e' molto fumo... l'arrosto...beh...

Come la maggior parte delle altre cose intorno a cui gli uomini si eccitano, quali la salute e la malattia, la vecchiaia e la giovinezza, oppure la guerra e la pace, dal punto di vista della vita spirituale e' soltanto materia prima. (Berlicche)

"Le parole condizionano la lettura dei fatti" (R.Saviano)

Vieni a trovarci nella "PICCOLA ACCADEMIA DI ITALIAMAC! --> LINK

Link al commento
Condividi su altri siti

Da leggere:

http://www.nadir.it/recensioni/R_ADAMS/r_adams.htm

ROBERT ADAMS

LA BELLEZZA IN FOTOGRAFIA

Il libro di cui ci occupiamo non ci presenta però l'Adams fotografo, bensì quello critico, impegnato in un'analisi teorica contraddistinta da una non comune capacità comunicativa che rende la lettura di questi brevi saggi fluida e piacevole: chiarezza e moralità sono infatti gli elementi essenziali, per Adams; quelli senza i quali non può darsi "critica" degna di questo nome («I critici migliori hanno il coraggio di correre costantemente il rischio più grande: dimenticare se stessi», senza quindi sviare l'attenzione dalle immagini, intontendo il lettore con le loro "belle parole"; così si esprime Adams nel saggio Buone notizie, palesando una posizione coraggiosamente onesta e controcorrente).

Nel testo che dà il titolo alla raccolta, Adams esprime il suo punto di vista su un parametro relativo per antonomasia: la Bellezza, appunto; ci propone un'opinione soggettiva che, se anche potrà trovarci in disaccordo, ci spronerà comunque ad interrogarci sull'argomento. La riflessione di Adams, in sostanza, fa coincidere la Bellezza - nella fotografia così come nell'arte in generale - con il parametro della Forma, o, se si vuole, della composizione (quel "vestito" che il fotografo o il pittore fanno indossare al reale, in modo da fornirgli un'apparenza migliore); Forma, a sua volta, intesa come sinonimo della coerenza e della struttura sottese alla vita. «Perché la forma è bella? - si chiede Adams: - Lo è, perché ci aiuta ad affrontare la nostra paura peggiore, cioè a dire il timore che la vita non sia che caos e che la nostra sofferenza non abbia dunque alcun senso»; quasi che l'uomo fosse portato a chiamare "bello" - e dunque a connotare positivamente - quell'elemento (la Forma) che ha in sé il potere di consolarlo, rassicurandolo sull'esistenza di un ordine, per quanto abilmente dissimulato, in ciò che lo circonda. Ma per far sì che questa ordinata struttura emerga in superficie, rendendosi percepibile, la Forma (e, di conseguenza, la Bellezza) presuppone necessariamente un'astrazione, una semplificazione: in ogni caso, mai una semplice rappresentazione; detto altrimenti: secondo Adams, l'arte, per rivelare la Forma (e dunque il Bello, che tradizionalmente è considerato il fine principale di ogni creazione artistica), deve spesso e volentieri "prendersi delle libertà" nei confronti del reale. Ecco quindi che la categoria astratta del Bello, contrariamente al solito, in questo caso non presuppone la rima obbligata con Buono e Vero (argomento, questo, trattato in particolare nel saggio Fotografare il male, in cui anche le eventuali "manipolazioni" da parte del fotografo vengono considerate, alla luce delle riflessioni appena esposte, legittime).

Al contrario di quanto qualcuno sarà forse portato a pensare, l'eloquio di Adams è ben lungi dall'essere confinato in una dimensione astratta: ogni affermazione è infatti supportata da esempi concreti, che tirano in ballo immagini conosciute e nomi celebri - da Diane Arbus a Edward Weston, a Paul Strand, a Alfred Stieglitz e numerosi altri -, rendendo il tutto molto più comprensibile e, soprattutto, verificabile in base alla propria sensibilità. Il discorso su Bellezza e Forma non è che un tassello della sua riflessione teorica, un assaggio di quanto possano essere stimolanti i quesiti che ci pone in queste pagine. Il posto d'onore è comunque assegnato a quello che è il tema principale del suo essere fotografo: il paesaggio, in special modo quell'Ovest americano a cui Adams dedica pagine intense, in cui emozione ed affezione risultano evidenti; un'immensità filtrata non solo dal suo sguardo, ma anche da quello di pionieri come Timothy O'Sullivan (particolarmente caro ad Adams), o da autori moderni quali Minor White e Frank Gohlke.

Robert Adams, in conclusione, ci regala un esempio di critica fotografica fatta, una volta tanto, non solo con la freddezza della mente o con la presunzione del "mestiere", ma anche e soprattutto con il calore del cuore. Caratteristica purtroppo sempre più rara, e dunque ancor più preziosa.

Link al commento
Condividi su altri siti

Sono 10 anni che faccio questo lavoro.

Lavoro che la lingua italiana (con il suo ampio vocabolario semantico)

non è ancora in grado di definire in modo soddisfacente.

E, non è per fare i fighi e sparare parole dal significato fumoso,

ma questo mestiere trova effettivamente una maggior dignità

nell'essere definito in termini stranieri.

Designer? Visual communicator? Art director? Creative manager?... Boh!? :)

Mia nonna non è mai riuscita a capire che lavoro facessi.

Ad ogni modo, non essendoci ancora (in Italia)

un albo professionale che abiliti un grafico pubblicitario,

designer, programmatore, fotografo che sia,

oggi, in questo paese, sono tutti grafici.

Sono tutti creativi.

Sono tutti maestri.

Una vera e propria tragedia per la coscienza estetica collettiva.

Recentemente mi è stato detto: “La grafica non è una cosa artisticaâ€.

Ma quando mai?

Ma chi lo dice?

E con che titolo, poi?

Facciamo un passo indietro, committenti e “artistiâ€,

chiediamoci chi sia un vero professionista e con che diritto

ci si possa fregiare della qualifica di “creativoâ€.

Chiedo umilmente una tregua

alle brutture grafiche di IV categoria e all’incompetenza tecnica.

Ricerchiamo una dignità estetica della composizione e una qualità del messaggio.

E, possibilmente, un professionista vero.

Ciao BB, sono d'accordo con te, in tutto quello che hai ppena detto e faccio solo una riflessione sul fatto che è da solo 10 anni che fai questo bellissimo, fottutissimo e odiatissimo mestiere, ebbene voglio dirti una cosa, sono in quest'ambiente dal 1971, nelle più svariate mansioni, ho fatto tutta la trafila, compositore a mano, linotipista, macchinista sia con la famosa Stella che con la pianocilindrica Heidelberg, montaggista e stampatore offset di piccole e medio formato e adesso mi ritrovo dal 1992 davanti ad una scatoletta delle meraviglie ed ogni giorno è un'avventura, una nuova avventura che comincia. Come puoi notare la mia gavetta l'ho fatta eccome, eppure ogni giorno trovo qualcuno che mi sorprende perchè dice di saperne di più e che io come imbratta carte non so o non posso sapere o capire, che suo figlio o suo nipote è un genio, che in un floppy (chi è costui?) ci sono le foto e la progettazione del depliant che hanno preparato in un batterbaleno etc etc.

Tutto quello che so su questa scatoletta, l'ho imparato da solo da autodidatta, leggendo riviste specializzate tipo MacWord, Applicando etc etc, ma veniamo al nocciolo della questione l'estetica.

Quando ho iniziato a lavorare in tipografia, il mio principale mi ha spiegato un pò di cose, per esempio che un volantino deve essere sintetico e di facile impatto nel recepire il messaggio, che uno stampato qualsiasi deve essere bello da vedere e da leggere, che ci deve sempre essere armonia tra i caratteri e l'accostamento cromatico etc etc, adesso mi ritrovo a vedere cose che dire orribili è dire poco, basta uno sbarbatello senza nessuna esperienza per mandarti in bestia, perchè lui sa, lui così e lui cosà, i giovani che sono il futuro in tutti i sensi e in tutti i campi, non sanno ascoltare, ho notato sopratutto questo, essendo anch'io padre, lo raccomando ogni giorno a mio figlio, che adesso si è iscritto all'università (ahimè) in Tecnica della Pubblicità (contento lui).

Il lavoro fatto bene, in tutte le sue sfumature, alla fine paga, il cliente deve essere partecipe del tuo lavoro, quindi educhiamo i clienti, facendo comprendere loro, il nostro lavoro, soltanto così avremo più ritorno d'immagine e meno porcherie in giro da vedere, usiamo più semplicità nei concetti da esprimere, non ci arrovelliamo con cose complicate da vedere e da capire. Scusami se mi sono dilungato troppo, ma era doveroso verso di te e verso chi fa questo mestiere.:):angel:

Link al commento
Condividi su altri siti

BB, come ho fatto ad indovinare? Io sono NATO in crisi, le mie non sono periodiche e quando ne vedo una la riconosco...ehehe

Print: parole sante anche se purtroppo sono sempre le stesse. Mi sembra che questi discorsi siano stati affrontati periodicamente molte volte qui. Io sono un cinico: lasciano il tempo che trovano.

Scusatemi

[uso il mac solo perchè la concorrenza fa cagare]

[non preoccupatevi di far domande banali…tanto siamo qui a pettinare bambole…]

Link al commento
Condividi su altri siti

BB, come ho fatto ad indovinare? Io sono NATO in crisi, le mie non sono periodiche e quando ne vedo una la riconosco...ehehe

Print: parole sante anche se purtroppo sono sempre le stesse. Mi sembra che questi discorsi siano stati affrontati periodicamente molte volte qui. Io sono un cinico: lasciano il tempo che trovano.

Scusatemi

sono d'accordo anche con te, purtroppo.:ciao:

Link al commento
Condividi su altri siti

Grazie per i vostri interventi, Leone, Zio Vare, Printman, Oscuro.

Li ho trovati molto pertinenti.

Lo so, le cose non cambiano solo perché ci lamentiamo.

Ma, il mio, non voleva essere la solita critica sterile.

Innanzi tutto, volevo capire se è lecito parlare di una "coscienza estetica collettiva" oppure se era una mia fantasia!

Mi pare di non essere sola.

E questo basta.

Grazie a tutti voi signori.

Saluti.

BB

flickr.com/photos/14398685@N05/?saved=1

Link al commento
Condividi su altri siti

Quoterei tutto il post di blackbox tranne questo che mi pare meriti una riflessione più attenta:

Recentemente mi è stato detto: “La grafica non è una cosa artisticaâ€.
Sono tendenzialmente in accordo con questa affermazione. La grafica -applicata alla comunicazione di impresa - ha ben poco a che vedere con l'espressione artistica. E' più pregna di tecniche, trucchi, metodi e modi tesi a raggiungere un obbiettivo di 'efficacia' e non necessariamente di 'valore estetico'.

Siamo circondati da centinaia e centinaia di annunci oggettvamente brutti (o quanto meno poco ricercati quando non " volutamente dozzinali") ma indubbiamente efficaci e questo già basterebbe a portare la discussione verso lidi più insidiosi ^_^.

Link al commento
Condividi su altri siti

Ma dov'è finita l'autocritica?

Questo per me è il problema di fondo e cioè la difficoltà delle persone di autcriticare i propri lavori a volte ammetere che una cosa che abbiamo realizzato fa schifo è il primo passo per realizzarne una decisamente migliore...la cosa difficile è ammeterlo...

flickrâ„¢

Link al commento
Condividi su altri siti

c'e' anche il rovescio della medaglia: bravi artisti possono essere i peggiori auto-critici in senso inverso... cioe' essere troppo critici con le proprie opere.

Difficile trovare un buon equilibrio. La cosa migliore e' trovare una persona con conoscenza dell'argomento e sensibilita' per avere un giudizio critico piu' distaccato.

Nulla servono le critiche (positive o negative che siano) da chi non sa nulla di "estetica" e non abbia idea di cosa sia un prodotto valido ed efficace.

Come la maggior parte delle altre cose intorno a cui gli uomini si eccitano, quali la salute e la malattia, la vecchiaia e la giovinezza, oppure la guerra e la pace, dal punto di vista della vita spirituale e' soltanto materia prima. (Berlicche)

"Le parole condizionano la lettura dei fatti" (R.Saviano)

Vieni a trovarci nella "PICCOLA ACCADEMIA DI ITALIAMAC! --> LINK

Link al commento
Condividi su altri siti

c'e' anche il rovescio della medaglia: bravi artisti possono essere i peggiori auto-critici in senso inverso... cioe' essere troppo critici con le proprie opere.

Difficile trovare un buon equilibrio. La cosa migliore e' trovare una persona con conoscenza dell'argomento e sensibilita' per avere un giudizio critico piu' distaccato.

Nulla servono le critiche (positive o negative che siano) da chi non sa nulla di "estetica" e non abbia idea di cosa sia un prodotto valido ed efficace.

Bisogna però tener sempre conto del fruitore finale del prodotto...ci sono opere che riescono ad essere aprezzate solo dagli "addetti ai lavori" e altre considerate obrobri da chi se ne "intende" ma che piacciono moltissimo al pubblico.

flickrâ„¢

Link al commento
Condividi su altri siti

L'autocritica deve essere consapevole e moderata. Né troppa né assente.

Un creativo quando è convinto di essere "arrivato" secondo me è finito.

Certo, il senso pratico non deve mancare mai,

ma cercare di dare il meglio di sé e cercare di superarsi

sono sicuramente dei mezzi di crescita.

@ AdN: l'attenzione al fruitore finale è certamente fondamentale. La pubblicità deve comunicare efficacemente altrimenti fallisce nel suo compito principale.

Saluti.

BB

flickr.com/photos/14398685@N05/?saved=1

Link al commento
Condividi su altri siti

Ho visto il titolo e mi è piaciuto.

BB ti stai arrovellando il cervello coi grandi, classici, quesiti? :)

Per rispondere all'eterno dubbio: "Creo, esprimo me stesso, col rischio di cadere in una masturbazione artistica... o... penso alla committenza, agli spettatori, all'audience?" direi che un artista, che sa quello che fa, deve essere anche commerciale... ma non solo :D

Riguardo l'autocritica... i più grandi artisti erano talmente pieni di sé (viva l'ego:ghghgh:) da esser convinti di creare opere perfette, e, in effetti, guarda un po': così era!

Può sembrare una cavolata pazzesca, ma la totale sicurezza non sempre annebbia la vista. Certo ci vuole talento.

Circa il "bello", oggettivamente definibile, direi che è stato un po' annebbiato dal "facilmente commerciabile", ma certo non surclassato.

"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

Link al commento
Condividi su altri siti

Sono 10 anni che faccio questo lavoro.

Mia nonna non è mai riuscita a capire che lavoro facessi.]

... Mia nonna, che c'è ancora, pensa che disegni o colori o qualcosa del genere... cara!:D

Si dice che per l'addestramento di un gatto ci voglia una vita. Non è vero: il mio mi ha insegnato tutto in un paio di giorni!

"Ma come vorrei avere i tuoi occhi, spalancati sul mondo come carte assorbenti e le tue risate pulite e piene, quasi senza rimorsi o pentimenti..."

Link al commento
Condividi su altri siti

Ho visto il titolo e mi è piaciuto.

BB ti stai arrovellando il cervello coi grandi, classici, quesiti?

Sì, Berterius, le solite seghe mentali... (no, a parte gli scherzi: è una questione importante)

Per rispondere all'eterno dubbio: "Creo, esprimo me stesso, col rischio di cadere in una masturbazione artistica... o... penso alla committenza, agli spettatori, all'audience?" direi che un artista, che sa quello che fa, deve essere anche commerciale... ma non solo

L'ideale sarebbe creare un equilibrio tra le due. Ma qui non si tratta espressamente di arte: stiamo parlando di comunicazione che è molto più complesso. Si va' dalla grafica allo scrivere, dalla fotografia all'illustrazione e molte altre cose.

Mi chiedevo se la coscienza estetica debba essere applicata ad un modo cercamente creativo ma più "commerciale".

Riguardo l'autocritica... i più grandi artisti erano talmente pieni di sé (viva l'ego) da esser convinti di creare opere perfette, e, in effetti, guarda un po': così era!

Può sembrare una cavolata pazzesca, ma la totale sicurezza non sempre annebbia la vista. Certo ci vuole talento.

Mah, non sono proprio tanto d'accordo... Spesso il "genio" mal si accompagna all'arroganza.

Dici che i più grandi artisti erano pieni di sè????

E che ne pensi di Van Gogh? Mi pare fosse abbastanza incompreso.

Modigliani? Finito malissimo e poverissimo.

Caravaggio? Pare fosse un animo davvero tormentato.

Toulouse Lautrec? Un emarginato.

Andy Warhol? Un complessato.

Ovviamente, stavo sintetizzando ma, ripeto, non credo che tutti i grandi artisti del passato fossero davvero così pieni di sé.

Certo, Picasso è stato un ottimo manager di sé stesso. Però non mi pare si sia mai fermato,

ha continuato a cambiare e ad evolversi fino alla fine.

Questo è indice di mettersi in discussione, di voler migliorare.

Però non divaghiamo: il mondo della grafica (pubblicità et simili) è un mondo che tocca trasversalmente più discipline ma non è arte per arte.

Saluti.

BB

flickr.com/photos/14398685@N05/?saved=1

Link al commento
Condividi su altri siti

Archiviato

Questa discussione è archiviata e chiusa a future risposte.

×
×
  • Crea Nuovo...