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"The Golden Age" di Shekhar Kapur


berterius

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WOW! Attorno a novembre '07 uscirà al cinema la continuazione di "Elizabeth" di Shekhar Kapur.

Titolo: "The Golden Age".

Forse per alcuni sarà cosa nota già da tempo, io l'ho saputo solo oggi, bèh, meglio tardi che mai!:ciao::)

TRAILER

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Penso che Kapur faccia miracoli dietro la macchina da presa! Riesce a creare atmosfere perfette tramite un magistrale uso di tutte le risorse cinematografiche.

Devo ancora scrollarmi un po' di dosso il piumaggio de "Le Quattro Piume":ghghgh: (mitiche comunque certe scene) ma "Elizabeth" è decisamente un film perfetto e spero che anche "The Golden Age" saprà librarsi ad un simile livello.

Pare seguirà un terzo film, concretizzando così una Trilogia su Elizabeth I.

"Golden Age, the second in a trilogy.

Elizabeth was about Power. Survival in the context of Power. Love and Betrayal in the context of Power. And the trade off between the ruthlessness that is essential to gaining Power, against innocence, love, trust and joyfulness.

Golden Age, on the other hand, is about Immortality. It is about absolute Power and the aspiring to Divinity. To go beyond the ordinairy and to be Divine. Almost immortal. It is about Elizabeth becoming the Divine, the Immortal being she is percieved as today.

The third (when everyone is ready to do it) will be about Mortality. How do you face Mortality when you have been Divine? When you have been Immortal? Elizabeth, when she knew that her time was near, tried to impose her will upon Death itself. She stood for 12 hours (a tiny exaggeration I think!) refusing to lie down, knowing that if she did, the Gods would spirit her away."

Shekhar Kapur

Ah, c'è poi l'altalenante notizia di un film sul "Buddha"

Speriamo che prima o poi diventi realtà!:)

"A lot of people ask me when Buddha is going to be made.

Buddha is one of those films that has it's own Destiny, and I found I could not push it along. I just need to let it happen. Just let it go, for it to form itself organically. I tried very hard to make it happen, but then found that in trying hard, in pushing it, I was becoming the biggest obstacle.

I had started developing Buddha not as a script, but as a visual treatment, with music. I wanted to see if I could tell the story of Buddha without words. After all words cannot explain the concept of the infinite, can they?

But yesterday I was showoing the DVD to Cate Blanchett, and she remarked that the story I was trying to tell in Buddha was so similar to the story I was trying to tell in Golden Age! So it is true that all directors have only one story to tell. But why not? The most relevant story I have right now is that which reveberates in my spirit at the moment. Why deny it? Why not embrace it and keep searching your search in whatever you do, even in your own films?"

Shekhar Kapur

"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

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  • 7 mesi dopo...

"Our longing for a Golden Age is not a fantasy or a historical reality; rather it is a real rememberance of something profoundly, mythically, true. Its images shimmer upon our inner sight like a mirage, a recognition of the eternal, living otherworld whose lands we travel to when we dream, meditate, or make soul flight to its regions, a realm to which we instinctively belong.

I love music and visuals in a film and feel that a film needs as minimum dialoge as possible.

Once again. The film is about Divinity. Divinity must be omnipresent in the film. In the camera moves. In the way we shoot the actors. The way it looks. The way it cuts.

There must be a fluidity of the story telling. A fluidity in the camera moves. A fluidity in the way images move from one to the other. In the end we should get an impression of swirling images, swirling story telling, but finally swirling emotions.

The movements not limited to horizontal, but ready to move up as we'll.

How an actor could potray becoming Divine? The only way I could help was to talk about an inner stillness. Talk about the dispelling of doubt. The becoming one with the elemental forces. But mostly saying that Divinity will always be a question, an inner feeling and never a finite expression".

- Shekhar Kapur -

Riporto all'attenzione questo thread, dedicato ad un regista/artista/filosofo che stimo totalmente ed alla sua ultima opera "Elizabeth: The Golden Age" (2007) che segue ad "Elizabeth" (1998).

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"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

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  • 2 settimane dopo...

Il film fa anche da cultura! Se parla delle guerre di religione... 1558: morte di Maria I Tudor (la Sanguinaria) e salita al potere di Elisabetta I...mi ricordo ancora alle medie: 50 anni (si fa per dire!!!) per farmela entrare in testa mentre adesso...PUFF!! Il film. Sono sempre la solita s...fortunata.

W Final Fantasy e Kingdom Hearts!!!

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La successione al trono tra le sorellastre Mary ed Elizabeth è trattata nel precedente film "Elizabeth" (del '98). Comunque, entrambi i film sono ora reperibili in dvd.

Come dice lo stesso regista, Kapur: "La storia non può che essere un riflesso allo specchio. Di quelli di una volta dove l'immagine non risultava perfetta. Noi stessi siamo specchi..."

Dal punto di vista strettamente storico, il vero film "giusto" sarebbe, in effetti, un documentario. Come può documentare un libro scolastico.

Ma, anche in questo caso... se a suo tempo non mi fossi appuntato i miei bei schemini - documentandomi successivamente - non mi sarebbe rimasto nulla di tutte queste successioni, parentele, mogli, amanti, decapitazioni, spesso con persone aventi lo stesso nome!

Diamine, diciamocelo, le donne si chiamano tutte Mary!!

Ad iniziare dalla sorella di Enrico VIII: Mary Tudor, poi c'è la prima figlia che Enrico ha avuto da Caterina d'Aragona: Mary (poi definita "la sanguinaria"), l'amante di Enrico: Mary Boleyn... e, come se non bastasse, Mary Stuart o Mary I of Scotland, che non vedeva l'ora di succedere al trono (questo secondo film include la sua decapitazione).

Riguardo alle vicissitudini delle sorelle Mary e Anne Boleyn (e decapitazione di quest'ultima) è stato lanciato da pochi giorni, a Berlino e Londra, un nuovo film "The Other Boleyn Girl", girato però da un altro regista, certamente non del calibro di Shekhar Kapur che sta curando a livelli di pura Arte questa trilogia su Elizabeth I.

L'unica cosa che "The Other Boleyn Girl" ha in comune con "Elizabeth: The Golden Age" è l'utilizzo di una particolare location: Ely Cathedral. Una delle cattedrali più belle e luminose del Regno Unito, non a caso tutte le scene ambientate nella corte di Elizabeth sono filmate ad Ely.

____________________

"Elizabeth: The Golden Age" è un’opera impregnata di simbolismo.

Illustra il percorso interiore dell'umano verso l'illuminazione, un discorso di aspirazione (rappresentato anche dall'intenso uso del colore blu nei costumi) che incontra il sacrificio e l'abnegazione.

Un cammino che parte da un rapporto di quiete/equilibrio tra ciò che protende al divino (lo spirito: Elizabeth) e il suo lato mortale (ciò che resta terreno: Bess Throckmorton).

Tutto inizia come se entrambi gli elementi fossero parte di un’unica persona, poi il regista progressivamente dipana la fase di evoluzione che, lungo sentimenti e vita, porterà loro ad una separazione, permettendo il conseguimento e la piena definizione di due identità differenti, consapevoli (forse anche libere).

Genialmente Kapur sposa quanto detto col tema dell'eterno, all'epoca rappresentato anche dall'aura di mistero che avvolgeva i primi insediamenti inglesi nel Nuovo Mondo. Tutti restavano estasiati e muti dinanzi a questi “sogni†di infinite impossibili immensità.

L'impostazione del discorso è volutamente mitica, come può essere inteso il concetto stesso della vita.

Ciò che alcuni chiamano melodramma Kapur lo vede come mitologia.

Ama riprendere ampi spazi, per calare il piccolo umano in un contesto di scala epica, sottolineando così l'aspetto drammatico dei momenti in cui l'essere che non ha ancora completato la sua strada verso l'illuminazione si sente perso; per poi occuparsi del suo intimo, che figura come molto importante perché riguarda la vita.

È un discorso costantemente bilanciato/alternato:

Ampio -> destino, mitologia, scala epica

Intimo -> introspezione, aspirazioni, privazioni, vita del singolo

I movimenti delle telecamere hanno una funzione primaria all'interno di questo simbolismo. Esse sono vive:

- Ondeggiano, s'innalzano, levitano verso la luce caleidoscopica delle vetrate a mosaico.

- Ruotano, assecondando la forma di stanze a pianta circolare (delineanti il desiderio di infinito).

- Spesso sono posizionate come uno sguardo che osserva l'umano e la storia, senza dir nulla, da lontano, di lato. Dall'alto verso il basso...

- Descrivono ampie arcate tra le alte navate delle cattedrali, per poi scender lungo le ripide scalinate.

- Scrutano dalle profondità dei fondali marini, quando le navi incendiarie Inglesi collidono con quelle Spagnole.

Le parti raffiguranti la Spagna, con Filippo II e Infanta Isabella (dovrebbe avere 19 anni, ma è volutamente rappresentata più piccina per focalizzare meglio il rapporto padre-figlia), presentano colori virati sul verde, per creare un clima impregnato dal calore e da un'atmosfera di distorsione psicologica, sempre come dichiara il regista, per porre l'accento e segnalare null'altro che l'integralismo religioso.

Come nel primo film, "Elizabeth", continuano numerose le riprese a filo tra luce/oscurità, dietro a vetrate, fuori fuoco. Accarezzate da veli, come quelli che celano in parte i visi di Bess e Raleigh, durante il loro primo dialogo.

I volti lievemente nascosti sono una suggestione, un modo per dire che esiste la possibilità di una relazione così come solo di parziale comprensione di ciò che sta accadendo da parte delle stesse persone coinvolte.

La prima inquadratura del loro matrimonio, non essendo stato approvato dalla regina, è completamente sfocata. Meraviglia.

Kapur possiede anche un innato senso musicale/visivo: il solo sfavillare delle candele viene lasciato come unico accompagnamento "musicale" nello studio del Dr. Dee... e i riflessi dei fuochi che annunciano l'imminente arrivo dell'Armata spagnola sfavillano sui colori delle finestre a mosaico di corte.

Pura poesia intrisa di nostalgia quando Elizabeth, osservando Bess e Raleigh che danzano, si rivede durante gli spensierati anni giovanili. Ricorda ciò che era e pensa a ciò che non potrà mai più essere/avere...

È un salto temporale che utilizza tre brevissime "visoni" dal film precedente, sottolineate dallo stesso "Love Theme" allora composto da Hirschfelder.

La decapitazione di Mary Stuart è resa al massimo dell'intensità in una sequenza impregnata di misticismo/immortalità (Mary) e senso di fallimento/mortalità (Elizabeth).

L'ultimo sguardo di Mary, al trono che non sarà mai suo... il vestito di colore rosso (simbolo cattolico), le dame in lutto, il crescendo e poi... il silenzio.

La compenetrazione di Elizabeth con gli Elementi, nel finale: acqua (le gigantesche onde della Manica), aria (il temporale), terra (le scogliere, il prato sul quale cammina scalza), fuoco (le navi che ardono da lontano), è dotata di una crescente forza espressiva che vola verso la definitiva illuminazione di Elizabeth, la trasfigurazione, il divino in Terra.

Nella colonna sonora è veramente sublime il "Divinity Theme", di AR Rahman, presente all'inizio dei titoli di coda. Purtroppo appena accennato durante il film.

Anche "Mary's Beheading", sempre di Rahman, è perfetto in quella sequenza.

Questo senza nulla togliere a quanto composto da Craig Armstrong.

Ma gli aspetti musicali meriterebbero un capitolo a parte.

Fotografia, luci, costumi, scenografie, assolutamente perfetti. Recitazione ai massimi livelli.

Le locations: Ely Cathedral - St. John's College, Cambridge - St. Bartholomew-the-Great e Westminster Cathedral, Londra - Winchester Cathedral - (interessante vedere St. Paul's in costruzione), hanno apportato il grande vantaggio del poter disporre di luoghi spettacolari ove poter effettuare le riprese senza l'ausilio di alcun effetto speciale.

Solo le panoramiche sull'Invincibile Armata sono in computer grafica, ma fortunatamente concepite come dipinti.

Bene, bene, era da tempo che volevo digitare follemente circa quest'opera. Ecco ora posso sentirmi un verme dinanzi alla sua immensità :D

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