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ughetta

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Risposte pubblicato da ughetta

  1. Chi va dicendo in giro

    che odio il mio lavoro

    non sa con quanto amore

    mi dedico al tritolo,

    è quasi indipendente

    ancora poche ore

    poi gli darò la voce

    il detonatore.

    Il mio Pinocchio fragile

    parente artigianale

    di ordigni costruiti

    su scala industriale

    di me non farà mai

    un cavaliere del lavoro,

    io sono d'un'altra razza,

    son bombarolo.

    Nello scendere le scale

    ci metto più attenzione,

    sarebbe imperdonabile

    giustiziarmi sul portone

    proprio nel giorno in cui

    la decisione è mia

    sulla condanna a morte

    o l'amnistia.

    Per strada tante facce

    non hanno un bel colore,

    qui chi non terrorizza

    si ammala di terrore,

    c'è chi aspetta la pioggia

    per non piangere da solo,

    io sono d'un altro avviso,

    son bombarolo.

    Intellettuali d'oggi

    idioti di domani

    ridatemi il cervello

    che basta alle mie mani,

    profeti molto acrobati

    della rivoluzione

    oggi farò da me

    senza lezione.

    Vi scoverò i nemici

    per voi così distanti

    e dopo averli uccisi

    sarò fra i latitanti

    ma finché li cerco io

    i latitanti sono loro,

    ho scelto un'altra scuola,

    son bombarolo.

    Potere troppe volte

    delegato ad altre mani,

    sganciato e restituitoci

    dai tuoi aeroplani,

    io vengo a restituirti

    un po' del tuo terrore

    del tuo disordine

    del tuo rumore.

    Così pensava forte

    un trentenne disperato

    se non del tutto giusto

    quasi niente sbagliato,

    cercando il luogo idoneo

    adatto al suo tritolo,

    insomma il posto degno

    d'un bombarolo.

    C'è chi lo vide ridere

    davanti al Parlamento

    aspettando l'esplosione

    che provasse il suo talento,

    c'è chi lo vide piangere

    un torrente di vocali

    vedendo esplodere

    un chiosco di giornali.

    Ma ciò che lo ferì

    profondamente nell'orgoglio

    fu l'immagine di lei

    che si sporgeva da ogni foglio

    lontana dal ridicolo

    in cui lo lasciò solo,

    ma in prima pagina

    col bombarolo.

  2. Credo

    negli anni che ci aspettano

    nell'esaltante idea

    di te, di me

    io credo.

    Credo

    che ai limiti più limpidi

    del mondo arriverò

    con chi mi fu vicina

    nel silenzio mio di prima.

    C'era forse amore e finalmente

    là mi abbandonai

    non saprei se c'era o no

    forse allora solo in te

    poi l'abbraccio della dolce e nuova

    sicurezza tua

    quand'ero inesistente ormai

    e grazie a te mi risvegliai.

    Credo

    da bimbo mi insegnarono

    a non pensare mai

    perché si vive bene.

    Credo

    pensieri e idee rinascono

    di tutto ho voglia io

    ormai il tempo è mio sono io che esisto

    e credo.

    Per difendere la nostra intesa

    contro un mondo che

    respinge una come te

    c'e forza ed anche rabbia in me.

    Tutti quanti sono grandi

    nella loro dignità

    son giusti forse più di noi

    ma voglio amore e tu ne hai.

    ascolto...questa melodia......

    ma che fissazione!

  3. mai sentita..è grave? :)

    ben tornato...

    questa è la Musa Malata (bella battuta!)

    Ahimè, povera musa mia, che cos'hai stamane?



    I tuoi occhi vuoti sono popolati di visioni notturne,

    e vedo sul colore del tuo volto riflettersi

    alterni, freddi e taciturni, follia e orrore.

    Il succube verdastro ed il folletto rosa hanno versato in te,



    dalle loro urne, la paura e l'amore?

    E d'un pugno dispotico e ribelle l'incubo ti ha forse annegata

    al fondo di un favoloso Minturno?

    Vorrei che esalando odore di salute il tuo petto



    fosse frequentato sempre da pensieri vigorosi

    e il tuo sangue cristiano scorresse a ritmici fiotti,

    come i suoni numerosi delle sillabe antiche



    ove regnano volta a volta Febo, padre di canzoni

    e il grande Pan, signore delle messi.

    C. Baudelaire

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