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Le fiabe tuttematte del BVZM


BVZM

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Ruzzo di Garzano, e l'asinello suo birbante.

Ruzzo di Garzano, si trovava un giorno ad attraversare una foresta col suo fedele asinello Foglianese.

Desideroso di abbeverare sé e la bestia, data l'arsura di quella torrida giornata, egli deviò dal proprio cammino per raggiungere una polla d'acqua sorgiva che gorgogliava cristallina poco distante dal sentiero.

Nel condursi presso il fresco laghetto, Ruzzo s'accorse di non essere l'unico bagnante in quel giorno di canicola.

Fra i flutti placidi infatti, una giovane donna stava gioendo di quel provvidenziale ed incantevole refrigerio naturale.

Ruzzo rammentò che non vedeva una donna svestita da prima della crociata, e che per giunta dovette pagarla.

China in avanti sul proprio grembo, dando le spalle al giovane viandante, la donna si bagnava di acque fresche che facevan brillar la sua schiena, e i suoi glutei, brillanti d'acqueo lucore, sembravan di marmo.

L'uomo sentì la natura risvegliarsi in lui, e né più caldo e sete governarono i suoi pensieri, bensì il desiderio di placare la propria sorprendente voluttà a ben altra fonte che non la polla.

Foglianese, anch'egli digiuno d'amori per aver accompagnato fedele in belliche gesta il proprio padrone, poco curandosi del fatto che la natura sconsiglia ad un equino il congiungersi con femmine umane, e sentendo guari il desiderio d'un amplesso insperato non meno del suo palafreniere, si gettò al trotto sulla muliebre figura, ed in ciò fu ben più lesto del suo padrone ché le bestie, si sa, poco spendono in convenevoli d'etichetta rispetto gli uomini. Men che meno gli onagri e i lor parenti.

Giunto che fu Ruzzo presso i due, Foglianese aveva già bel che finito e sarebbe già stato alla meritata sigaretta non foss'altro che all'epoca ancora non vi si era dediti di norma.

Madida d'acqua ma non solo, la fanciulla si volse ancora sbigottita per il fulmineo ed inatteso accadimento, e nel vedere Ruzzo pararlesi innanzi, e pensandolo l'artefice di quella selvaggia penetrazione disse:

"Foste guari irriverente messere. Fu certo piacevole accogliervi ma una misera presentazione nondimeno sarebbe stata cortese!"

Anfanante ed incapace, per la pravità di quel fatto, di dare una spiegazione alla giovane, a Ruzzo non riuscì altro che indicare goffamente tremulo il suo asino, balbettando frasi incomprensibili.

La donna volse allora il capo all'equino, e fraintendendo ilarmente ciò che l'uomo le voleva dire rispose:

"Se allora quella è la vostra cavalcatura, messere, è peggio che andar di notte.

La vostra umile condizione non vi permette certo tanta villania nella conquista d'amore.

Cavalieri ben più nobili di voi, cencioso girovago, si son comportati in modo ben più onorevole pur venendo meco per la vostra stessa comprensibile ragione.

Se non altro, e solo per questo non chiederò giustizia, siete laggiù ben fornito, e seppur un po' troppo lesto nel giungere al piacere, la vostra lancia ben si comportò in battaglia".

Detto questo e raccolte le proprie vesti al bordo della polla, la splendida fanciulla scomparve fra le fronde lasciando Ruzzo e Foglianese ivi impalati con l'acqua a gorgogliar loro alle ginocchia o giù di lì.

Cosa c'insegna questa storia amici lettori.

Che alle donne non piace il povero o, se d'un di questi si devono accontentare, che quantomeno sia agiato nelle brache.

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Nerderentolo

C'era una volta un giovane ragazzo, di nome Nerderentolo. E pensate, cari amici, quando si dice la fatalità, la fiaba di oggi s'intitola proprio Nerderentolo.

Che storie eh?

Nerderentolo viveva in un service informatico ove lavorava dalla mattina alla sera sfruttato dalla matrigna cattiva, Matrixa, e dai suoi tre fratellastri malvagi Previto, Buttigliano e Berluschiena.

La sua vita, povero Nerderentolo, era un autentico inferno.

"Nerderentolo formatta questo", "Nerderentolo! Masterizzami quello!", "Nerderentolo archiviami quest'altro", "Nerderentolo vai a prendermi il chdgtueyllo.." "Cosa?" "ProooOOoootttt... ahahahhaah", "Nerderentolo sai chi ti saluta?" "chi?", "Stocazzo!! ahahahahahah", e via dicendo.

Insomma amici bambini, sì anche tu lettore cinico ed insensibile, capirai che quella di Nerderentolo era proprio una vitaccia.

La cosa peggiore, poi, era che alle 6 di sera, i fratellastri di Nerderentolo se ne uscivano con le fighe, dopo una giornata a cazzeggiare con video-giochini tipo Ogame (bleah), e al poveretto toccava di finire il lavoro che quei tre cialtroni avevano lasciato arretrato.

Spesso fino a notte fonda.

Nerderentolo era davvero disperato. Le aveva provate tutte. Dal farsi di Actimel, allo shampoo rivitalizzante allo yougurt, dalla cintura rassodante delle tv private, alla linea telefonica delle "ragazze tuttopepe solo per te".

Ma niente.

Tutti promettevano "la tua vita cambierà", ma non accadeva mai nulla di esaltante.

Ma una sera il destino, che oggi ti dà, domani ti prende, vedi le sorelle Lecciso, tanto per intenderci, aveva in serbo per lui qualcosa di speciale.

Scaricando un aggiornamento dalla rete, infatti, Nerderentolo installò un programmino magico.

Dallo schermo uscì una fata che gli disse:

"Nerderentolo! Stasera alla discoteca "Schiaccetti Romeo Club" c'è il mega ricevimento di media-world, i tuoi fratellastri saranno lì, sai che sorpresa quanto ti vedranno arrivare vestito come un fighetto?

Le fighe saranno tutte tue"

"Ma, cara fatina," rispose Nerderentolo stupefatto, "io non possiedo auto né vestiti, come farò?"

Al che, la fatina, che somigliava in maniera disarmante a Maria Giovanna Elmi, si sciolse in un sorriso di piacere, sporcando anche un po' il pavimento, e disse:

"Ma caro Nerderentolo, io posso farti avere tutto. Sono una fata io, mica un Presidente del Consiglio qualsiasi".

E così fu.

Come per incanto Nerderentolo si ritrovò tutto vestito di Ralph Loren (che adesso è un po' tamarro, ma all'epoca era da veri fighi), la sua mountain bike si trasformò in un Cayenne (che all'epoca ancora non andava di moda, ma la fata era avantissima), e Nerderentolo fu pronto per la Disco.

Quando fu sul punto di uscire, già tronfio per la splendida sorpresa, la fata lo ammonì:

"Attento però, questo programmino auto-installante che ti rende figo, scade a mezzanotte. O lo comperi con la carta di credito, oppure si disinstalla da solo, e addio Cayenne, addio camicetta griffata, addio fighe".

Nerderentolo allora affrettò i tempi con la rapidità di un condono fiscale, e in un balzo giunse alla disco col suo Cayenne luccicante.

Il parcheggiatore non fece storie, e lo lasciò parcheggiare nell'area vip e , in pochi istanti, il giovane si ritrovò all'interno del prestigioso locale e già col suo bel cocktail in mano. Ma disdetta! Il locale era completamente VUOTO.

Infatti, povero Nerderentolo, erano appena le 22,30, e perfino i tamarri sanno che prima di mezzanotte le fighe in disco non si fanno vedere.

Passa mezz'ora ne passa un'altra ed ecco le prime gnocche presentarsi all'entrata.

Ma proprio in quel momento, quando già le prime cominciavano a mangiarselo con gli occhi, a Nerderentolo cadde l'occhio sull'orologio.

Meno 5 a mezzanotte!!!!

"Via via di corsa", salì sul Cayenne, che ormai si stava ritrasformando in moutain bike (e provate voi a trascinare avanti la carrozzeria di un Cayenne con il solo ausilio dei pedali), ma nella foga di salire sull'ambito fuoristrada, Nerderentolo si perse la chiavetta USB di cristallo.

Giunto a casa che l'incantesimo era ormai svanito, Nerderentolo, immaginandosi come nella ben più famosa fiaba di Cenerentola, si chiuse nella sua cameretta buia, con tutto il mondo fuori, ed affondando la propria faccia nel cuscino ascoltando nell'oscurità M. Reitano, G. Nazzaro e P. di Capri, si mise ad attendere che una bellissima principessa, ritrovata la sua chiavetta usb di cristallo, e risalita a lui tramite i dati in essa contenuti, sarebbe giunta a portarlo via da tutto quello squallore.

Come per incanto DLIN DLON! il campanello suonò!

Nerderentolo, come un sol'uomo, si precipitò all'uscio e lo aprì, già immaginando come potesse essere la bellissima donna giunta per portarlo con sé, aprì e...

TADAAAA:.. sulla soglia lo attendeva uno splendido parcheggiatore che gli disse:

"Signor Boneracchie? abbiamo trovato questa presso il nostro parcheggio. No, non si disturbi a versarci il 10% del valore del ritrovato, come spetterebbe per legge, ma la prossima volta stia più attento".

Nerderentolo, confuso, tornò nella sua cameretta col vago sentore, tra l'altro neanche del tutto insensato, di avercela nel sedere.

Il giorno successivo, a lavoro, i suoi fratellastri furono degli autentici aguzzini con lui, in quanto l'avevano intravisto alla festa e la cosa non la sopportavano proprio.

E fu sempre peggio nei secoli dei secoli. Amen.

Povero Nerderentolo.

Cosa ci insegna questa storia, cari bimbi?

Che... sticazzi!

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