Vai al contenuto

Blowing for Columbine


Messaggi raccomandati

l' america non è che sia poi cosi libera...  

[/b]

secondo me l'america e' schiava di se stessa e della sua stessa ignoranza.

a me non sembra affatto esagerato cio che viene detto in bowling, il problema e' semplicemente che i media hanno le armi dalla parte del manico e i cervelli (quelli americani neanche troppo prestanti :D ) in pugno.

a)Ti martellano per anni che le citta' sono pericolose

b)puoi acquistare un'arma libermante

c)l'acquisti.

mi sembra logico no?

dato che il punto b non cambira' mai perche' l'economia mondiale, che ci piaccia o no, e' in buona perte basata sul commercio legale/illegale di armi e dato che il ragionamento dell'uomo e' quello da centinaia di anni, bisognerebbe agire sul punto a ovvero bisognerebbe che i mass media si limitassero ad essere obiettivi (un'utopia :lol: )

comunque la differenza tra l'italia di questo governo e l'america di Columbine e' che qui da noi non si puo' comprare un'arma al supermercato, ma i nostri mass media vi sembrano obiettivi?

che cosa vi aspettate da un paese in cui sono stati provati piu' volte gli intrallazzi tra il presidente del consiglio e la mafia, e non solo quersto continua a governare (gia proprio governare come se fosse un dittatore :evil: :evil: , perche' non lo e' sulla carta ma in pratica si :evil: ), ma dove i cittadini, ribmecilliti dai mass media non alzano nemmeno la voce per protestatre del fatto che prima di lui vivevano decorosamente e ora non arrivano a fine mese facendo magari due o tre lavori?

questa e' la mia opinione personale, spero di essere stato sufficientemente lucido (mi e' difficile quando si fanno certi discorsi) e di non aver offeso nessuno, se l'ho fatto chiedo scusa sin da ora

Matteo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Originally posted by nutsmuggler

A ben guardare c'è una spiegazione storica per il cuore militarista degli stati uniti. Che sia un fucile a scuola o una bomba in medio oriente, il succo è lo stesso: sei circondato dai nemici, \"fuck before they fuck you\".

L'ideologia americana non nasce esclusivamente dagli ideali illuministici di libertà che hanno condotto alla rivoluzione delle colonie. I fondatori dello stato americano sono i famosi padri pellegrini, che sostanzialmente erano i puritani cacciati dall'Inghilterra dopo le atrocità della guerra civile.

La rivoluzione inglese, culminata con l'ascesa di Cromwell, aveva lacerato l'Inghilterra e devastato l'Irlanda; il campione della fede Cromwell ha fatto più massacri contro gli irlandesi (all'epoca esclusivemente cattolici) che i talebani contro gli infedeli. Nel folclore irlandese Cromwell è il diavolo.

Tutto questo per ribadire che il fondamentalismo religioso è nel cuore dell'ideologia americana dalle sue stesse origini.

I puritani emigrati volevano fondare la Gerusalemme terrena, e non hanno esitato a imporsi con la forza sul nuovo mondo; i batteri e i virus europei hanno dato loro una mano, ma non possiamo ignorare la portata del genocidio dei nativi americani.

La battaglia per la frontiera ha portato i coloni sempre più a Ovest,e una volta raggiunto il pacifico il campo di battaglia si è solo spostato: prima erano i musi gialli, poi i russi e i Viet Cong, ora gli arabi.

Se leggiamo tra le righe le affermazioni dei politici americani, specie di quelli di destra conservatrice, ci renderemo conto che nella loro bocca la parola democrazia sta per \"Regno di Dio\"... vi ricordate l'operazione \"Giustizia Perpetua\" contro i talebani?

L'idea di essere circondatii dai nemici è fortemente radicata nel protestantesimo calvinista; gli stessi protestanti di Belfast (calvinisti d'origine scozzese trapiantati in Ulster), che ai fatti hanno il controllo politico del Nord Irlanda, proclamano il loro motto \"No Surrender\"; attaccano e perpetuano il regime di disparità proclamando che si stanno difendendo... vi ricorda niente?

Purtroppo per noi, il cuore fanatico dell'america è quello che ha dato a Bush i voti della vittoria... Speriamo di non diventare noi gli infedeli, sennò...

Ciau,

Davide

Complimenti, non sarei stato capace di dire le stesse cose in modo migliore.

www.stidy.com

Drive fast, no crash

Link al commento
Condividi su altri siti

Grazie, è che queste questioni mi toccano sul vivo. Per motivi pseudo-professionali sono imbevuto di storia d'Irlanda e teorie sul protestantesimo. La cosa centrale, che purtoppo filtra poco dai media italiani, è la dimensione religiosa del patriottismo americano...

Tra parentesi (ma è una parentesi interessante), l'unica trasmissione tv che ha parlato esplicitamente del legame tra patriottismo usa e calvinismo è (indovinate un po'...) "protestantesimo", una di quelle trasmissioni di rai educational che il palinsesto concede alle minoranze.

Ciau,

Davide

Link al commento
Condividi su altri siti

Beh, per esperienza personale posso dire che l'Irlanda in realtà è un pò come il Canada descritto da Moore nel film: un posto dove la gente lascia aperte le porte di casa, con in più il fatto che non hanno armi in casa.

Questo senza fare appunti sulle origini dell'America che anche dall'Irlanda provengono: gli Irlandesi sono, si, cattolici, ma ospitali e ben disposti verso il prossimo. "Sportivi", insomma. Gli Americani no.

Moore nel film non dà una risposta chiara al quesito che pone, ovvero perchè gli Americani sentono il bisogno di proteggersi da qualcosa. La mia idea è che, per quanto acuto, Moore è americano e forse non riesce ad estraniarsi del tutto dal suo "essere" americano.

Questo appare evidente soprattutto nei suoi libri, interessantissimi, che invitano alla riflessione, ma che molto spesso parlano di questioni che a noi potrebbero apparire persino prive di interesse. Per fare un esempio, nel suo libro uscito ora, "Giù le mani!", che peraltro è un libro del 97, si sofferma a parlare di senatori e politici americani di cui noi ignoriamo l'esistenza, e per giunta il traduttore ha gentilmente evitato di mettere note chiarificatrici.

Comunque questi sono dettagli.

Un paio di giorni fa, Minoli in una sua trasmissione su Raitre parlava del fatto che a far vincere le elezioni a Bush sia sostanzialmente stata la destra ultraconservatrice cattolica americana. Per la precisione la chiesa evangelista. Una teoria sostenuta da parecchi giornalisti, infatti Minoli, attraverso l'analisi di alcuni discorsi di Bush, faceva notare dei dettagli che ai più sfuggono, ma che per i membri della chiesa evangelica americana sono dei chiari segni. Ad esempio iniziare e finire ogni discorso con "God bless America", descrivere il suo mandato politico come una lotta tra bene (l'America, o meglio la sua amministrazione) e il male (il terrorismo). E questo rientra nel pensiero della chiesa evangelica, ovvero la definitiva lotta tra bene e male che fa da preludio al giudizio universale e amenità simili su cui non mi addentro (anche perchè personalmente le ritengo delle minchiate, soprattutto se a dirle è Bush).

Io condivido il pensiero di Franco Battiato, che ieri sera da Fazio ha detto che non è possibile bombardare e uccidere chicchessia in nome di dio. E' stato già fatto in passato, è una pratica medioevale che non funzionava allora e non funziona nemmeno adesso.

Tornando a Moore, Bowling a Columbine è un documentario molto bello. Apprezzo molto Moore e sono assolutamente felice del suo successo, e mi auguro che riesca a far pensare il maggior numero di persone possibile.

Mi permetto di consigliarvi il nuovo libro di Marco Travaglio e Peter Gomez, "Regime". Leggetelo per capire quante zozzerie vengono compiute nel nostro paese e che nessuno viene a sapere...

Link al commento
Condividi su altri siti

Vabbè, ma ci sono delle cose di Moore che noi non vedremo mai, quantomeno non abbiamo ancora visto. Tipo le serie televisive "TV Nation" e "The awful truth". Almeno non finora.

Lo stesso libro che è uscito adesso è del 1997 e di "Roger & me" (il suo primo documentario sulla sua città, Flint, devastata dai licenziamenti della General Motors) qui in Italia non ne ho visto ancora traccia e vorrei sperare di vederlo un giorno.

Non tanto perchè Moore dice "la verità", come qualcuno ha detto. Moore esprime un punto di vista, mostra dei fatti che MOLTO PROBABILMENTE sono verità, ma l'importante è che inviti a pensare e a non essere passivi. Cosa che, evidentemente, gli americani non hanno recepito, visto come sono andate le elezioni.

Un film bello come Fahrenheit (bello anche come opera in sè, al di là del suo messaggio, aveva proprio ragione Tarantino) non è stato sufficiente a far pensare almeno una parte dell'opinione pubblica americana, quella decisiva. Da italiano posso dire che è stato efficace eccome, ma mi è venuto il dubbio che quel tono deliziosamente ironico che riserva a Bush possa non essere stato sufficientemente cattivo per gli americani (cattiveria che invece ha nei suoi libri).

Se l'intento di Moore era quello di invitare gli americani a non votare per Bush, ha fallito clamorosamente. In buona fede ovviamente, e questo mi rattrista profondamente. Mi rattrista vedere una nazione che amo (non amo i suoi governanti, per questo provo molto schifo quando certi politici accusano coloro che la pensano come me di "antiamericanismo") compleamente imbesuita, rintronata, rincoglionita. A noi sta succedendo lo stesso, con la differenza che noi abbiamo molta più storia, molte più vicende alle spalle degli americani. Abbiamo una storia comune insieme a tutti gli altri paesi europei, non una storia quasi completamente "interna" come quella degli Stati Uniti, unica eccezione forse è la guerra con l'Inghilterra.

Ma in fondo non regge neanche questa. L'Australia è un paese ancora più giovane dell'America, hanno una storia ancor meno significativa.

Io senplicemente credo che l'America sia un paese troppo grande per essere gestito da una democrazia. Con questo non voglio dire che dovrebbero passare a una dittatura, ci mancherebbe. Ma se vai a vedere la storia, l'unico paese immensamente grande ad aver durato è stata la Russia con gli zar e quindi l'Unione Sovietica sotto il comunismo. Sfaldatosi il comunismo, spazzata via l'Unione Sovietica.

Rifletterei su questo. Non esiste una sola America. C'è un'America meravigliosa come New York centro focale di tante e varie attività umane. Ma ce ne sono tante altre, fatte di posti come Flint nel Michigan, dove la povertà è agghiacciante. Moore nel suo ultimo libro uscito dice che ci sono posti in America con situazioni peggori di quelle di alcuni paesi del terzo mondo, e in un capitolo lancia una specie di provocazione: ovvero chiedere di riconoscere lo status di paesi sottosviluppati ad alcune città americane e di poter stanziare fondi per loro. Tra queste città c'è anche Washington DC, che ha il più alto tasso di criminalità e il più alto tasso di mortalità infantile di tutta Amrica.

E' questo, a mio avviso, il problema dell'America: un paese troppo grande.

De Benedetti lo chiama "Divided States of America"...

Link al commento
Condividi su altri siti

Archiviato

Questa discussione è archiviata e chiusa a future risposte.

×
×
  • Crea Nuovo...