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Arti Marziali - Sport da Combattimento - Difesa Personale


XIN

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.......

Ok, tenendo conto che sono "vecchio" e gracile, quale arte marziale di pura difesa personale dovrei intraprendere secondo voi?

farei un pensierino sull' Aikido, tra l'altro ti immergeresti in ambiti filosofici e di pensiero, che la tua matura età, potrebbe apprezzare.

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io personalmente consiglierei il Krav Maga che è puramente una tecnica di combattimento ma punta di più alla difesa personale corpo a corpo.

Gli addestramenti si svolgono vestiti in maniera comune, nel senso che uno va ad addestrarsi vestito come di solito esce di casa, tutto questo per centralizzare le proprie difese nei punti deboli che avrebbe con il vestiario normalmente usato.

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mi piace questo elemento :ghghgh:

su youtube si trova parecchio per renderti conto di che tipo di attività si tratta ;)

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  • 1 anno dopo...

non l'ho letto tutto ma ci rientra anche il Kendo? qualcuno lo pratica?

La sfortuna viene dalla bocca e ci rovina, la fortuna viene dal cuore e ci fa onore

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:mhh: perchè ho tanta paura che mi useranno come sacco da boxe per un pò e poi mollo quindi sono leggermente titubante...

io ho fatto full contact per qualche anno (mai fatto una gara però) ho avuto le tue stesse paure di essere usato come sacco... poi però ci ho provato e devo dire che mi sono trovato bene può anche essere l'ambiente dove ti alleni che non ti ispira fiducia

La sfortuna viene dalla bocca e ci rovina, la fortuna viene dal cuore e ci fa onore

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Priks perché pagliacciate? Sì, il video è un po' ridicolo ma è per mostrare un po' di tutto. Io ho iniziato da poco e mi sembra tutt'altro che una pagliacciata. Si riesce ad avere la meglio su gente più grossa e/o muscolosa, a me questo basta e avanza come autodifesa, no?

Tutti i miei post sono IMHO

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qui c'è un'ottima tecnica al 40° secondo!!! l'unica forse veramente utile e che si puo' usare nella difesa personale

Per uno che da "svariati" anni pratica Arti Marziali, 'potrebbe essere 'fattibile!!!...e forse nemmeno per quello.... :ghghgh:

Priks perché pagliacciate? Sì, il video è un po' ridicolo ma è per mostrare un po' di tutto. Io ho iniziato da poco e mi sembra tutt'altro che una pagliacciata. Si riesce ad avere la meglio su gente più grossa e/o muscolosa, a me questo basta e avanza come autodifesa, no?

Cyber, è 21 anni che pratico arti marziali, e per qualche anno sono stato iscritto anche alla wako, nella quale ho fatto qualche torneo (...giusto per rendermi conto del mio livello...)...qualche gara vinta e qualche gara persa! Il fatto è che in quella federazione ti ritrovi a combattere con gente che lo fa di professione!!! Ho perso contro Ferrarese, ai tempi un pluri-premiato (...campione del mondo...) combattente di kick, ma non c'era obiettivamente quella differenza tecnica: 'loro' sono più veloci perchè fanno SOLO quello...io lavoro, e faccio arti marziali come "hobby"...la 'sottile' differenza della preparazione fisica è la chiave dei campioni!!!...senza considerare che se poi si passa al livello "botte da orbi", quelli che fanno esclusivamente kick è meglio se si ritirano a priori... :ghghgh:

Per tornare in tema, ti confermo che è una pagliacciata!!! Forse non hai la più pallida idea dello stato d'animo in cui si trova una persona quando viene aggredita...la quasi totalità dei corsi di difesa personale non toccano questi argomenti, e fanno fare tecniche (...se così si possono chiamare...), a gente di qualsiasi età e preparazione fisica, che sono veramente improponibili!!! Chi è capace di tirare un pugno o un calcio senza avere fatto scuola???...molto spesso non sono in grado di farlo nemmeno quelli che si ritengono atleti, figurati un/una cinquantenne che non ha mai calpestato un tatami!!! Non ti dico in quanti si sono fatti male tirando pugni sul sacco da 40 kg che abbiamo in palestra...ti parlo di gente 'esterna', non del nostro dojo... Per praticare certe tecniche è necessaria anche una certa conoscenza del corpo umano, non ci si può improvvisare "distruttori"! Inutile proporre tecniche infattibili e complesse, meglio spiegare le situazioni da evitare (...ad esempio non camminare lungo il marciapiede con la borsetta a tracolla rivolta verso la strada...), e qualcosa di semplice per divincolarsi e dar la possibilità di correre lontano dalla situazione di pericolo!!! Una specie di "educazione personale", insomma!!! Anche noi abbiamo tenuto, e teniamo, diversi corsi di difesa personale, e ti garantisco che chiunque è in grado di praticare quello che viene proposto!!! Due dita negli occhi, ad esempio, bastano per "distrarre" e scappare, dato che la fuga è la prima priorità!!! Il mio motto personale è: "Meglio un brutto processo di un bel funerale!"... :lol: ...bisogna anche considerare che se provochi dei danni fisici ad una persona, ne rispondi penalmente in modo diretto... ;) Vorrei proprio vedere quelli che hanno fatto questo video alle prese con uno che li aggredisce veramente, non su un set! A mio parere ne escono "gonfi" dopo 30 secondi... :ghghgh:

Qua tutti si improvvisano istruttori e maestri...è uno schifo veramente assurdo!!! Ovviamente lo fanno per soldi...il titolo che più mi ha sconvolto, su una rivista del settore, è stato "Arma letale Mario Rossi" (...ovviamente il nome è di fantasia...): ma ti sembra una cosa ragionevole???...che probabilmente già combattendo con me si ritrova in un mare di sberle!!!...ma per cortesia!!! Un po' di umiltà non farebbe male, soprattutto a certa gente!!!

Vabbè...forse ho scritto troppo...mi sono lasciato prendere dalla foga... :ghghgh: ...comunque è un argomento complesso, di difficile discussione all'interno di un thread di un forum.... ;)

i video di difesa personale non rendono mai l'idea di quello che viene realmente praticato...

...e molto spesso nemmeno dal vero... :lol:

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Mah guarda, quello che ho visto finora di krav maga è esattamente ciò che dici: tecniche veloci per divincolarsi e scappare, tipo calci o ginocchiate nelle parti basse, dita negli occhi o pugni in gola, insomma cose un po' da fetenti che in combattimento non andrebbero certo bene, ma per scrollarsi di dosso un aggressore vanno bene. Le poche tecniche che ho visto finora sono semplici e non prevedono leve articolari o altre cose complicate. Dovrebbe essere l'essenza di tutte le tecniche di auto-difesa per i non professionisti: liberarsi dell'aggressore abbastanza da poter scappare. Anche l'istruttore ce lo dice (e io sono d'accordo): "se ad esempio vi minacciano con un coltello per avere i soldi, e sapete come disarmarlo, è comunque meglio dargli i soldi e non rischiare per così poco".

Tutti i miei post sono IMHO

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non e' che sia semplice mettere le dita negli occhi ad una persona... o colpire esattamente la trachea con il taglio della mano

meglio un palmo aperto in pieno volto... meglio un pugno chiuso sulla mascella

ovvio ci vuole forza sono tecniche che non possono fare tutti come viene sempre dichiarato...

sapete cosa...

che ogni volta si parla di queste cose tutti quanti sono convinti che quello che fanno sia la miglior cosa e si e' sempre pronti a criticare gli altri...

io ho fatto karate per un bel po' di anni, poi sono passato alla difesa personale ma non mi ha convinto del tutto, alla fine sono finito a fare una sorta di combattimento che è molto simile a quello che si vede nel video dei dog brothers dove la tecnica precisa lascia spazio alla tecnica grezza molto piu' efficace e fattibile in un contesto di difesa...

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Era quello che intendevo Xin, la tecnica grezza è più efficace, ci vuole la forza di sicuro, ma non è indispensabile un allenamento decennale. I colpi a mano aperta in volto (o sulle orecchie) sono contemplati in molte discipline di autodifesa, così come nel krav maga. Io l'ho iniziato da pochissimo, quindi non so se mi soddisferà o se passerò ad altre discipline, ma per ora mi sembra che sia coerente con l'obiettivo dichiarato: non diventare maestri di combattimento, ma cercare di acquisire qualche "trucco" per svincolarsi in fretta da situazioni pericolose e, ripeto, scappare senza assumersi troppi rischi. Ritengo che con un po' di allenamento questo si possa fare anche se spaventati, com'è probabile in un'aggressione.

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Mah guarda, quello che ho visto finora di krav maga è esattamente ciò che dici: tecniche veloci per divincolarsi e scappare, tipo calci o ginocchiate nelle parti basse, dita negli occhi o pugni in gola, insomma cose un po' da fetenti che in combattimento non andrebbero certo bene, ma per scrollarsi di dosso un aggressore vanno bene. Le poche tecniche che ho visto finora sono semplici e non prevedono leve articolari o altre cose complicate. Dovrebbe essere l'essenza di tutte le tecniche di auto-difesa per i non professionisti: liberarsi dell'aggressore abbastanza da poter scappare. Anche l'istruttore ce lo dice (e io sono d'accordo): "se ad esempio vi minacciano con un coltello per avere i soldi, e sapete come disarmarlo, è comunque meglio dargli i soldi e non rischiare per così poco".

Ecco...già più abbordabile come approccio!...la resa, molte volte, è una grandissima vittoria!!! Già troppi "provetti eroi" sono vittime di sbandati e disgraziati: inutile infondere certezze improbabili alla gente 'comune'... ;)

non e' che sia semplice mettere le dita negli occhi ad una persona... o colpire esattamente la trachea con il taglio della mano

meglio un palmo aperto in pieno volto... meglio un pugno chiuso sulla mascella

ovvio ci vuole forza sono tecniche che non possono fare tutti come viene sempre dichiarato...

sapete cosa...

che ogni volta si parla di queste cose tutti quanti sono convinti che quello che fanno sia la miglior cosa e si e' sempre pronti a criticare gli altri...

io ho fatto karate per un bel po' di anni, poi sono passato alla difesa personale ma non mi ha convinto del tutto, alla fine sono finito a fare una sorta di combattimento che è molto simile a quello che si vede nel video dei dog brothers dove la tecnica precisa lascia spazio alla tecnica grezza molto piu' efficace e fattibile in un contesto di difesa...

Diciamo che una mano "a coppa" nell'orecchio provoca la rottura del timpano, ed un notevole stordimento: non servono ne forza, ne precisione... ;) ...sono d'accordo sul fatto che NESSUNA tecnica sia di semplice esecuzione, specie per un neofita: lo stress emotivo gioca brutti scherzi in certe situazioni, ed è una cosa da non sottovalutare, secondo me!!! Risultano comunque sempre più fattibili di qualche ura mawashi geri o tenbin nage che ho visto proporre per far rimanere la gente a bocca aperta... :ghghgh:

Io sono molto scettico, oramai, perchè ho seguito decine di corsi nei quali gli istruttori davano "certezze" ai propri allievi! Converrete con me, spero, che disarmare un soggetto con una pistola fa parte delle scene di un film, e non della vita reale... :rolleyes:

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il kendo e' un arte marziale quindi rientra benissimo nel topic, solo non ci devono essere molti centri dove viene praticato, peccato perche' l'uso delle armi mi affascina parecchio... molto meglio il kendo che la scherma :ok:

sarò sincero io ho trovato un paio di posti a Firenze dove farlo... ma per un motivo o l'altro ancora non sono andato a provare :rolleyes:

La sfortuna viene dalla bocca e ci rovina, la fortuna viene dal cuore e ci fa onore

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  • 3 settimane dopo...

scusa di che disciplina si tratta

Non è propriamente una disciplina, ma un metodo, il nostro...si chiama "Yoseikan Budo"! In pratica il fondatore dello Yoseikan è un disepolo dei più grandi maestri di varie discipline...tieni, ti copio qua un trafiletto:

PREMESSA

Alla domanda di un allievo che chiedeva al suo maestro quanti stili di Karate ci fossero il maestro rispose che vi sono molti stili, ognuno per ogni praticante.

In pratica ognuno di noi deve trovare il proprio stile qualsiasi sia la disciplina praticata.

E’ un po’ come nella vita, qualsiasi sia l’occupazione, il mestiere che una persona eserciti dovrà trovare il proprio stile, il suo personalissimo modo di interpretarlo.

Ma non è che l’inizio perché la qualità ed il valore di ciò che facciamo nella vita non è dato certo da ciò che facciamo ma da come lo facciamo.

Mi stò perdendo… come al solito quando incomincio a parlare di Yoseikan Budo, il pensiero vola ed è come un filo conduttore che mi collega e mi porta a molti altri.

Il valore della pratica delle arti marziali non è certamente quello di fare la guerra al prossimo.

Certamente oggi, molti lo fanno con l’idea di imparare a difendersi da qualche violento aggressore, ma il più delle volte la paura, l’insicurezza, il sentirsi inadeguati, il non equilibrio interiore è il vero nemico.

E così come uno va in farmacia e prende un’aspirina per il mal di testa, qualcun altro va in palestra di arti marziali per imparare o meglio comprare un po’ di sicurezza dall’apprendimento delle tecniche.

Ma mi sto perdendo ancora una volta e non ho ancora spiegato cos’è lo Yoseikan Budo, ma ci stiamo arrivando.

Semplificando possiamo affermare che ognuna delle tante e diverse arti marziali ha delle caratteristiche diverse che la identificano e la delineano.

Ad esempio il Karate-do è un metodo di combattimento che predilige le tecniche di calci e di pugni, i cosiddetti atemì, una lotta a distanza quindi.

Nel Ju-do invece per lottare è fondamentale il contatto fisico, dobbiamo afferrare, prendere l’avversario per poterlo poi proiettare o bloccare a terra.

Poi vi sono numerose varianti e stili a seconda delle popolazioni delle diverse latitudini e paesi, altre che studiano l’applicazione delle varie armi, ecc… e così via e chi più ne ha è più ne metta.

Quando parliamo di Yoseikan Budo non parliamo di stile, ma parliamo di metodo.

Lo Yoseikan Budo ha la sua matrice nell’antica arte guerriera del Samurai.

Un samurai aveva una conoscenza ed una preparazione quasi completa nell’arte del combattimento. Sapeva combattere corpo a corpo, era certamente un grande esperto di scherma con la spada, sapeva tirare con l’arco, andava a cavallo, per lui non vi erano differenze.

Era a suo agio in qualsiasi situazione si trovasse ad affrontare, combatteva ovunque e comunque, ma aveva un suo metodo e soprattutto un solo ed unico attrezzo che conosceva alla perfezione e che usava in ogni occasione: se stesso.

Per meglio spiegare questo metodo, possiamo dire che è un po’ come per l’alfabeto, con le varie lettere. Impariamo all’inizio usando le lettere a comporre le parole e con le parole le frasi, con l’uso delle frasi impariamo a comunicare, ad esprimerci; più parole conosciamo e più possibilità di comunicare abbiamo.

Certamente noi non comunichiamo solo a parole, ma soprattutto a gesti, il cosiddetto linguaggio del corpo.

Il movimento del braccio dall’alto verso il basso può diventare un tetsuì nel karate, ma se armiamo la mano con un martello, con lo stesso movimento piantiamo semplicemente un chiodo, o tagliamo un legno se usiamo l’accetta.

Con lo stesso schema di movimento o matrice eseguiamo funzioni diverse.

Importante quindi imparare l’alfabeto, il metodo del movimento arricchendolo di schemi di riferimento, ma lasciando soprattutto ad ognuno una libera ricerca, interpretazione e motivazione dello stesso gesto, lo stile.

Nello Yoseikan Budo vengono insegnati quanti più schemi e movimenti possibili che successivamente, verranno poi applicati nelle più disparate situazioni: a contatto, a distanza o con l’uso delle varie armi.

L’atleta così avrà delle tracce di riferimento e si adatterà nelle più disparate situazioni, la realtà non è prevedibile perché ogni gesto spontaneo non è mai lo stesso.

Chiaramente è l’esecutore a determinare la qualità e la validità della tecnica. Una persona equilibrata e sicura esprimerà gesti equilibrati e sicuri, una persona insicura invece esprimerà inevitabilmente le sue insicurezze e le sue paure attraverso il gesto.

Lo scopo principale quindi dello Yoseikan Budo non è solo quello di arricchirsi di schemi di movimento, di tecniche più o meno efficaci, offensive o difensive che siano, ma quello attraverso la consapevolezza dei gesti imparare a conoscersi interiormente.

Prendere coscienza attraverso il gesto di come siamo fatti , di come affrontiamo la realtà nel quotidiano e cercare di migliorare la qualità della nostra comunicazione con il mondo esterno, là dove riteniamo che i nostri schemi e riferimenti si dimostrino inadeguati.

Il messaggio delle arti marziali è questo e lo Yoseikan Budo, con il suo metodo, cerca di interpretare nel modo più completo possibile questa proposta.

M° Silvano TOMBA

LA STORIA

Nascita dello Yoseikan Budo

Agli inizi del 1900, nella città giapponese di Fukuoka, un maestro di arti marziali stava cercando un nome per il Dojo che era intenzionato ad aprire; un monaco gli propose di chiamarlo Yo Sei Kan, il Luogo del Giusto Insegnamento, ed egli accettò.

Questo Maestro, il cui nome è Mochizuki Minoru, aveva praticato a lungo con i migliori Maestri dell'epoca tra i quali Jigoro Kano (ideatore del Judo) e Uyeshiba (ideatore dell'Aikido) accumulando una esperienza tale che sommando tutti i gradi nelle varie discipline in seguito studiate raggiunge oggi il più che rispettabile numero di 59 Dan, il più alto al mondo.

Alla sua scuola si formarono molti altri Maestri che iniziarono a diffondere il Budo Yoseikan in Giappone e nel mondo; tra quelli che arrivarono in Europa vi fu Hiro Mochizuki, il primogenito del Maestro, che iniziò ad insegnare tutte le antiche arti separatamente in modo tradizionale sino a quando scoperse la scienza occidentale negli studi sui meccanismi delle catene cinetiche del prof. Gatt ed i test di dinamica del movimento che questi aveva effettuato.

Fu un autentico colpo di genio fondere la modernità con tutte le tradizioni dando vita ad un unico nuovo stile dove non era più il corpo ad adattarsi alle tecniche ma le tecniche a prendere la forma del corpo che le esegue; egli chiamò il suo stile Yoseikan Budo quale evoluzione ed in onore di quello del padre. Molti dei suoi allievi migliori si convertirono a questi principî e la nuova disciplina iniziò a diffondersi sino ad un evento molto comune nella vita di molti padri; quando i figli crescono e diventano adulti possono trovarsi in disaccordo con il loro genitore specialmente se questi mantiene un atteggiamento discutibile nei loro confronti e non riconosce la loro maturità ed autonomia di giudizio. Così i figli generarono le proprie famiglie ed una di queste è la FIYB-Libertas attualmente guidata dal M° Silvano Tomba.

Lo Yoseikan Budo oggi

Il frutto, si sa, non cade lontano dall'albero e tecnicamente parlando non ci sono grosse differenze con la scuola originale: 5 kata inferiori comprendenti colpi e leve, un kata di base di calci e 3 kata di base per le armi (coltello, spada e bastone) sono il bagaglio tecnico dell'aspirante 1° Dan, ma bisogna anche dimostrare di conoscere, almeno nei fondamenti, le 20 tecniche di base dell'Aikido.

Per molti praticanti di arti marizali la Cintura Nera è un punto di arrivo ma per chi pratica questa articolata disciplina è appena il punto di partenza; ciò che si è dimostrato di saper eseguire da soli bisogna saperlo fare con un avversario reale.

Per il 2° Dan, vero scoglio del praticante di questa disciplina, oltre al 1° kata superiore ci sono appunto i kata in coppia, con armi e senza: il Ken Kihon Kumite, i fondamenti del combattimento con la spada, e il Tai Sabaki no Kata contenente i principî di schivata, proiezione e caduta dell'Aikido; facoltativo è il Sempu, un kata di Nunchaku. Salendo ancora, il percorso si inerpica e le tecniche statiche a coppia devono venir eseguite legate e dinamicamente, ma omettiamo per brevità la descrizione dei programmi dei gradi superiori.

Il Metodo di Studio

Balza indubbiamente all'occhio la quantità di materiale e di lavoro necessaria per progredire in questa disciplina ed è lecito domandarsi quale sia la differenza con la scuola originaria; questa differenza è esprimibile in un semplice concetto: in Giappone si parte dalla forma codificata per insegnare a combattere mentre secondo il punto di vista della nostra scuola il Kata è solo la successiva codifica formale dell'esperienza acquisita del combattimento e delle sue sensazioni.

Ovviamente per acquisire l'esperienza necessaria per comprendere quanto sopra è caldamente consigliata la partecipazione a qualche combattimento in quella forma ritualizzata che è l'incontro sportivo; le quattro specialità previste sono: Kata, Semi-contact (regolamento W.A.K.O. o FREESTYLE), Pugnale e Spada, quest'ultima riservata alle cinture nere.

Per poter diffondere una disciplina dai contenuti così vasti è necessario avere un corpo insegnante motivato, ben preparato e di lunga esperienza; la FIYB- Libertas per far accedere un candidato al primo grado di insegnamento (qualifica di Allenatore) richiede che egli sia almeno 2° Dan, e viene fatto poi partecipare ad un corso comprendente varie materie che vanno, tra le altre, dalla fisiologia al primo soccorso, dalla storia delle arti marziali alle tecniche di insegnamento e di comunicazione, dalla strategia di gara all'arbitraggio. I docenti di questi corsi sono sia interni che esterni al gruppo dirigente, i cui membri continuano ad accrescere il proprio bagaglio di esperienze con contatti sia in Italia che all'estero (in Francia, Inghilterra, Svizzera ed ovviamente Giappone) appartenenti alla stessa come ad altre discipline: Judo, Jujitsu, Aikido, Iaido ed altre ancora.

Purtroppo queste poche righe non possono essere che un piccolo assaggio della realtà di questa articolata e completa disciplina, scientifica ed umana allo stesso tempo, una disciplina moderna che affonda le proprie radici nei secoli passati della storia giapponese e che vive attraverso i decenni di esperienza di ogni suo rappresentante, esperienza a cui noi chiediamo che non venga mai posta la parola fine.

M° Muzio BOBBIO

Riassumendo, potrei dirti che studiamo il combattimento in generale...un po' come gli antichi samurai (...con le nostre limitazioni, ovviamente... :ghghgh: ...ovverosia con le limitazioni del mondo moderno... ;) ): andiamo dall'utilizzo delle armi, per passare al combattimento a distanza ed arrivare alla chiusura della stessa e finire quindi in un "corpo a corpo"... Ti dirò che nella sua semplicità è una cosa abbastanza complessa! :D

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