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Atei e Agnostici razionalisti topic ufficiale


zumpawe

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Ospite katsumoto

molto bello il post di ics.

è indubbio che l'oriente ha grandi vantaggi spirituali rispetto a noi, anche nel rapporto con "la natura".

un equilibrio diverso, una serenità diversa. culti fatti di equilibrio e ricerca della serenità, non di "puoi fare questo, non puoi fare quello".

per questo, secondo me, i culti orientali si configurano quasi più come scuole di vita, come ricerche di un percorso, non come "divinità a fumetti da quiz della patente" quali sono quelle delle grandi religioni monoteiste.

ed infatti a pace interiore ci danno 10-0, senza tuttavia essere dei fanatici anacronistci come i nostri religiosi.

poi è ovvio che dove c'è progresso e "vita moderna" anche loro hanno i loro problemi, però...l'aria è diversa...decisamente.

il tutto per riassumere alla grande ovviamente.

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Sono stato varie volte in oriente, ma non per ricercarvi esperienze mistiche.

A me basta il fatto che molte filosofie orientali sono volte a perfezionare ed ottimizzare il nostro passaggio terreno senza ipotizzare divinità alcuna.

Quindi non riducono l'universo a misura d'uomo ma è l'uomo che, molto umilmente, protende verso l'universo.

La cosa incontra favorevolmente il mio gusto. Ma il gusto sappiamo esser cosa molto soggettiva.

"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

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Siamo umani e complicati e non perfettamente programmati

Sì, sì, sì.

E credo che si debba partire da questa consapevolezza...l'evoluzione non procede verso la perfezione...ma è solo adattamento...anche spirituale, anche intellettuale...come disse un mio caro amico: "facciamo quello che possiamo, con quello che siamo".

E credo che il bello sia proprio che non siamo perfettamente programmati!

Col sottoscritto il sistema è l'alta montagna... e sebbene non effettui rituali quando mi ci reco, forse l'atto stesso del recarmici è il mio "rituale".

:)

Ti capisco benissimo: non sono gesti enfatizzati...ma vere e proprie azioni...faccio qualcosa che mi porta a pensare, a cogitare, a dialogare con me stesso.

Bello, semplice, efficace

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Ospite katsumoto

eh infatti il concetto è proprio questo.

rimanere umani. con pregi e difetti.

e per quotare anche il vecchio berterius operare la nostra transizione da essere umano a concime senza false illusioni, ma col semplice concetto che nulla si crea e nulla si distrugge.

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...operare la nostra transizione da essere umano a concime senza false illusioni...

Quota che ti riquota :)

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e per quotare anche il vecchio berterius operare la nostra transizione da essere umano a concime senza false illusioni, ma col semplice concetto che nulla si crea e nulla si distrugge.
Non penso di aver mai utilizzato questa espressione. Ma, è cosa certa che il nostri corpi si decomporranno.

Mi piace molto la fine di ciò che hai scritto "nulla si crea e nulla si distrugge"

mi ricorda moltissimo questa poesia, "Continuità" di Walt Whitman:

Nulla è mai veramente perduto, o può essere perduto,

nessuna nascita, forma, identità - nessun oggetto del mondo,

né vita, né forza, né alcuna cosa visibile;

l'apparenza non deve ingannare, né l'ambito mutato confonderti il cervello.

Vasti sono il Tempo e lo Spazio - vasti i campi della Natura.

Il corpo lento, invecchiato, freddo - le ceneri rimaste dai fuochi di un tempo,

la luce degli occhi divenuta tenue, tornerà puntualmente a risplendere;

il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;

alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,

con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.

Che dire... su tale argomento, dove non possono che esistere supposizioni, questa mi piace :D

"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

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nulla si crea e nulla si distrugge.

Mi ha sempre affascinato questa cosa. Perché mi è sempre sorta una domanda: visto che qualcosa esiste, esiste da sempre, non essendo creato?

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"Continuità" di Walt Whitman:

Nulla è mai veramente perduto, o può essere perduto,

nessuna nascita, forma, identità - nessun oggetto del mondo,

né vita, né forza, né alcuna cosa visibile;

l'apparenza non deve ingannare, né l'ambito mutato confonderti il cervello.

Vasti sono il Tempo e lo Spazio - vasti i campi della Natura.

Il corpo lento, invecchiato, freddo - le ceneri rimaste dai fuochi di un tempo,

la luce degli occhi divenuta tenue, tornerà puntualmente a risplendere;

il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;

alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,

con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.

:D

Mi ha sempre affascinato questa cosa. Perché mi è sempre sorta una domanda: visto che qualcosa esiste, esiste da sempre, non essendo creato?

In questi ambiti tocca stare attenti ad ogni termine.

Cosa si intende per "qualcosa" ed ancor più per "creare".

Siamo molto limitati dalla nostra visione soggettiva di esseri umani, in questo tipo di discorsi.

Difficile poi parlarne esaustivamente qui, perché nessuno di noi è un esperto in materia.

"Qualcosa" rispetto a quello che conosciamo noi oggi, nelle condizioni attuali? Potrebbe non essere un parametro sufficiente. "Qualcosa" può essere qualsiasi cosa e può diventare qualsiasi cosa...l'evoluzione ha tutto il tempo che desidera e non avendo progetti specifici, può fare tutto ed il contrario di tutto.

Fosse ricominciato miliardi di volte, il film dell'evoluzione ci avrebbe dato miliardi di trame diverse. "Creare" presupporrebbe un attore ed un'azione...ma misurando secondo il nostro metro, potremmo non avere ancora a disposizione tutti gli elementi necessari per proporre una risposta concreta.

Non sto qui a riportare la teoria della nascita dell'universo, anche perché, ai fini della tua domanda non avrebbe valore o interesse, dato che quella materia che venne coinvolta nell'esplosione, da qualche parte doveva pur venire...d'altro canto la scienza non ci ha mai detto di avere tutte le risposte, ma umilmente continua il lavoro di ricerca per trovarle.

O almeno per trovare le domande giuste, sulle quali lavorare.

Ovviamente, in questa falla (o pretesa tale) c'è posto per tante supposizioni e posizioni differenti, compresa quella della scelta religiosa.

Però, per quanto mi concerne, tengo a ribadire una cosa che mi sta molto a cuore, in questo tipo di discorsi.

Mi scuso, perché sarò ripetitiva...è infatti un concetto che ho già espresso più volte in questi ambiti.

Dal punto di vista scientifico e dal punto di vista religioso, può essere interessante, fondamentale, inevitabile, chiedersi "dove sta l'inizio"...ma nell'economia delle mie personali speculazioni sui perché e sui percome, sono molto più interessata alla minuzia della vita dell'individuo.

Perché, anche se dovessi finalmente venire a conoscenza della risposta riguardo la "madre di tutte le domande", non credo che le mie necessità di individuo (intellettuali, fisiche, spirituali) cambierebbero molto.

Discendenti di alieni? Figli di Dio? Big Bang? O altro? E prima...?

Sarebbe interessante saperlo, certo...ma mi affascina di gran lunga di più interagire con quello che mi circonda ora, con altri individui, con me stessa e, in questo momento, cercare di comprendere come funziona l'ecosistema e tentare magari, di preservarlo da questa scheggia impazzita che siamo noi stessi.

Per ora mi fermo...magari integrerò più in là, ma ripropongo una poesia che, come quella di Whitman, mi sta molto a cuore:

Design

by Robert Frost

I found a dimpled spider, fat and white,

On a white heal-all, holding up a moth

Like a white piece of rigid satin cloth-

Assorted characters of death and blight

Mixed ready to begin the morning right.

Like the ingredients of a witches' broth

A snow-drop spider, a flower like a froth,

And dead wings carried like a paper kite.

What had that flower to do with being white,

The wayside blue and innocent heal-all?

What brought the kindred spider to that height,

Then steered the white moth thither in the night?

What but design of darkness to appall?

If design govern in a thing so small.

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Accidenti Minni, veramente potente questo tuo disquisire! Un anelo prima o dopo i pasti però te lo consiglio, favorisce la vita reale :DD

Era solo una battutina per dire che alla minuzia della vita dell'individuo siamo tutti interessati. Diciamo che è nel quotidiano che risiede la prova del nove: lì capiamo se il nostro modo di rapportarci ai "massimi sistemi" (think large, d'ora in poi :)) ci aiuta, è effettivamente parte di noi, oppure no.

Attività di "think large" pressoché fini a se stesse possono anche esistere, ma, nel tal caso, non onorano il pensiero che rispecchiano. Sono solo tecniche per sentirsi superiori rispetto agli altri.

Riguardo ai concetti di inizio-fine, al comune dar per scontato che se una cosa esiste deve aver avuto un inizio (deve esser stata eventualmente createa), purtroppo queste sono consuetudini di pensiero, diffuse perché tutti noi per pensare usiamo il medesimo organo: il cervello. Se usassimo altro incapperemmo in altre consuetudini...

La nostra capacità di comprendere cos'è effettivamente l'universo e pari a quella di una formica intenzionata a disegnare una planimetria della città in cui vivo.

(mi sa che la formica avrebbe più chances)

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Riguardo ai concetti di inizio-fine, al comune dar per scontato che se una cosa esiste deve aver avuto un inizio (deve esser stata eventualmente createa), purtroppo queste sono consuetudini di pensiero, diffuse perché tutti noi per pensare usiamo il medesimo organo: il cervello. Se usassimo altro incapperemmo in altre consuetudini...

La nostra capacità di comprendere cos'è effettivamente l'universo e pari a quella di una formica intenzionata a disegnare una planimetria della città in cui vivo.

(mi sa che la formica avrebbe più chances)

MegaQuote.

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Ospite scelsi

La nostra capacità di comprendere cos'è effettivamente l'universo e pari a quella di una formica intenzionata a disegnare una planimetria della città in cui vivo.

(mi sa che la formica avrebbe più chances)

ed è per questo che, citando l'amata firma di Manovella: "Caminante, no hay camino, se hace camino al andar". - A.Machado

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Ospite katsumoto

Riguardo ai concetti di inizio-fine, al comune dar per scontato che se una cosa esiste deve aver avuto un inizio (deve esser stata eventualmente createa), purtroppo queste sono consuetudini di pensiero, diffuse perché tutti noi per pensare usiamo il medesimo organo: il cervello. Se usassimo altro incapperemmo in altre consuetudini...

La nostra capacità di comprendere cos'è effettivamente l'universo e pari a quella di una formica intenzionata a disegnare una planimetria della città in cui vivo.

(mi sa che la formica avrebbe più chances)

quoto alla grande ed aggiungo che è solo una questione di tempo e di conoscenze.

facciamo un esempio banale: se nel 200 a.c. un uomo avesse visto una Ferrari avrebbe gridato al carro degli dei con il tuono dentro...ecco noi rispetto all'universo, adesso come adesso, siamo come quell'uomo davanti alla Ferrari.

ma noi sappiamo invece cos'è una Ferrari, dopo 2200 anni, tant'è che l'abbiamo inventata noi.

e lo stesso esempio varrebbe con un qualsiasi fenomeno naturale per noi ora banale, ma non per un uomo, che so, della grecia classica.

bene, forse tra 2200 anni sapremo cos'è l'universo...:DD

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ed è per questo che, citando l'amata firma di Manovella: "Caminante, no hay camino, se hace camino al andar". - A.Machado
Wow! Attendiamo un eventuale intervento aggiuntivo da parte della cara Mano, allora! :)

Mano forever!

bene, forse tra 2200 anni sapremo cos'è l'universo...:fiorellino:
Non so, è difficile a dirsi. Fortemente propendo più verso l'ipotesi che non sapremo mai cos'è l'universo.

Quindi, non penso sia una questione di tempo.

Certamente, nel tempo, comprenderemo-codificheremo più funzionamenti, questo sì.

Ma giungere all'essenza circa - cos'è - un qualcosa, non significa limitarsi a comprenderne il funzionamento. Esempio: possiamo codificare il funzionamento di un gatto (:DD), ma nessuno può dire cosa effettivamente un gatto è.

Sono troppo "astratto" come ateo? Se sì, datemi pure una botta in testa :bacino:

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Sono troppo "astratto" come ateo? Se sì, datemi pure una botta in testa :)

Ma no, tranquillo...solo che in realtà sono le 12h50...

:DD

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Ospite katsumoto
Wow! Attendiamo un eventuale intervento aggiuntivo da parte della cara Mano, allora! :fiorellino:

Mano forever!

Non so, è difficile a dirsi. Fortemente propendo più verso l'ipotesi che non sapremo mai cos'è l'universo.

Quindi, non penso sia una questione di tempo.

Certamente, nel tempo, comprenderemo-codificheremo più funzionamenti, questo sì.

Ma giungere all'essenza circa - cos'è - un qualcosa, non significa limitarsi a comprenderne il funzionamento. Esempio: possiamo codificare il funzionamento di un gatto (:DD), ma nessuno può dire cosa effettivamente un gatto è.

Sono troppo "astratto" come ateo? Se sì, datemi pure una botta in testa :bacino:

mmmm secondo me invece è proprio questo il punto: ora sei "astratto" come dici tu, perchè non sai!

magari tra 2200 anni diremo "che ca@ata l'universo"...e rideremo delle nostre attuali teorie astrattiste...:)

la storia ci insegna che nella "scienza" l'uomo è sempre risultato un pò astratto quando non sapeva, ti pare? :bacino:

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Eh sì, mi sa che l'ora incide :DD

Comunque, propendere un po' verso l'ipotesi che "non sapremo mai cos'è l'universo" non significa automaticamente metterci una divinità, stile risposta jolly, eh!

Sia ben chiaro.

Significa metterci un punto interrogativo (riconoscere, in un certo senso, i limiti umani, propri della nostra specie, fortemente sopravvalutata). Io non mi prostro dinanzi ai punti interrogativi.

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Eh sì, mi sa che l'ora incide :DD

Comunque, propendere un po' verso l'ipotesi che "non sapremo mai cos'è l'universo" non significa automaticamente metterci una divinità, stile risposta jolly, eh!

Sia ben chiaro.

Significa metterci un punto interrogativo (riconoscere, in un certo senso, i limiti umani, propri della nostra specie, fortemente sopravvalutata). Io non mi prostro dinanzi ai punti interrogativi.

A-Ri-Quote.

Ed ora...fila a mangiare! :)

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ed è per questo che, citando l'amata firma di Manovella: "Caminante, no hay camino, se hace camino al andar". - A.Machado
Wow! Attendiamo un eventuale intervento aggiuntivo da parte della cara Mano, allora! ;)

Mano forever!

Mi fischiavano le orecchie... :)

Il verso di Machado credo possa essere adatto e adattato a qualsiasi tipo di Cammino un essere umano percorra durante la sua vita, sia questo un cammino religioso, scientifico o altro. Il succo resta sempre lo stesso, ogni percorso di millemila km inizia con un piccolo passo, solo attarverso questi piccoli passi giungiamo alla nostra meta. Il percorso può essere più o meno impervio, possiamo fermarci a riposare o meno, possiamo avere dei momenti di maggiore energia o anelo e allora ci sembrerà di andare più veloci ma in ogni caso si avanza e si sceglie la direzione da seguire solo camminando indirizzando i nostri passi man mano. :cry:

Bert tu te ne approfitti perchè sai che leggo in silenzio ;):shock::P

Flickr

Quando il discepolo è pronto, Quelo appare.

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Ospite katsumoto
:rofl:

L'importante è incappare mai nello sbaglio di credersi "la compagnia dei migliori".

In troppi non resistono a questa infantile debolezza.

ah non lo siamo? ;) basta allora me ne vado :ghghgh:

:haha:

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Il verso di Machado credo possa essere adatto e adattato a qualsiasi tipo di Cammino un essere umano percorra durante la sua vita, sia questo un cammino religioso, scientifico o altro. Il succo resta sempre lo stesso, ogni percorso di millemila km inizia con un piccolo passo, solo attarverso questi piccoli passi giungiamo alla nostra meta. Il percorso può essere più o meno impervio, possiamo fermarci a riposare o meno, possiamo avere dei momenti di maggiore energia o anelo e allora ci sembrerà di andare più veloci ma in ogni caso si avanza e si sceglie la direzione da seguire solo camminando indirizzando i nostri passi man mano. :ghghgh:
Vero! Se ho ben capito sottolinea la capacità di scegliere ed intraprendere un proprio percorso!

È spesso cosa che chi ne sta già seguendo uno (o più di uno) dà per scontata, ma scontata certo non è...

A proposito... eh eh viva i "folli"

Veramente mitico questo spot! :rofl:

"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

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Propongo qui questo testo, di fonte Buddhista, che ho trovato molto oggettivo. Solleva inoltre riflessioni molto interessanti e volte alla tolleranza :fiorellino:

La sola cosa che fa del cristianesimo ciò che è, il fondamento sul quale si basa, è Gesù Cristo, o piuttosto, le pretese riguardo Gesù Cristo. I cristiani evangelici e i nuovi convertiti fanno sempre le più esagerate rivendicazioni su quest’uomo: che egli è stato il solo uomo nella storia a sostenere di essere Dio, che solo la fede in Gesù può dare a una persona felicità e pace, che in migliaia lo hanno visto risorgere dopo la morte e che perciò deve essere vero, ecc.

Tutte queste rivendicazioni appaiono molto impressionanti e certamente milioni di persone vi credono. Ma sono vere? Diamo un’occhiata.

E’ stato un buon maestro?

Al tempo di Buddha vi era una setta religiosa chiamata Nigantha che si estinse non appena il suo fondatore Nataputta morì.

"Dopo la sua morte i Nigantha si divisero in due fazioni che litigavano e disputavano, lottavano e si attaccavano a vicenda facendosi guerra con le parole… Avreste potuto pensare che fossero talmente disgustati, dispiaciuti e pieni di repulsione quando videro che la dottrina fu così malamente presentata, così miseramente ideata e inefficiente nel calmare le passioni perché era stata insegnata da uno che non era pienamente illuminato e questa era ora senza guida o arbitro." (Digha Nikaya, sutta n.29)

Interessante notare che questo fu esattemente ciò che accadde non appena Gesù morì, e esattamente per le stesse ragioni. Gesù è giustamente famoso per le parabole che usò per illustrare le sue idee ma allo stesso tempo trascurò spesso di rendere chiaro il loro significato. Qualche volta ciò avvenne perché egli stesso non aveva chiarezza di idee e altre volte appare evidente che fu proprio un povero comunicatore. Ciò che appare ancora più strano è che Gesù sembra abbia qualche volta oscurato il suo messaggio deliberatamente.

I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola (del seminatore) ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano." (Luca 8. 9-10; Marco 8. 17-18)

Nel secondo annuncio della passione "Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento." (Luca 9.45)

Si aggiungano a questa deliberata oscurità le numerose idee contradditorie negli insegnamenti di Gesù e non è difficile immaginare perché i suoi discepoli caddero in discordia subito dopo la sua morte. Nelle Lettere vi sono numerosi riferimenti ai bisticci e zuffe tra le varie fazioni fra i primi cristiani. Paolo si lamentò che tutte le chiese dell’Asia (medioriente) l'avevano abbandonato (2 Tim 1.15) e che si rifiutarono di appoggiarlo in alcuni argomenti teologici (2 Tim 4. 14-16). Egli ci dice del suo bisticcio con Pietro e gli anziani della chiesa di Gerusalemme (Gal 2. 11-13), come egli fu snobbato dalla chiesa a Filippi (1 Thess 2.1-2) e naturalmente accusò i suoi rivali di non avere la vera fede (2 Thess 3. 1-3), di insegnare un "altro Cristo" e di non conoscere realmente Dio (1 Tim 10-16). Giovanni si lamentò amaramente che i suoi opponenti cacciarono via i suoi sostenitori dalla chiesa (3 Giov 9-10).

Paolo fece un disperato ma inutile appello per l’armonia tra i primi cristiani.

"Mi appello a voi, fratelli, nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, che tutti voi siate d’accordo reciprocamente, che non ci siano divisioni tra voi e che possiate essere perfettamente uniti nella mente e nei pensieri" (1 Cor 10-12).

Su cosa bisticciavano i primi cristiani? Su quasi tutto. Ma uno dei numerosi punti di disaccordo tra loro sembra essere stato sulla questione se fosse necessario essere circoncisi (Rom 2. 25-29; Gal 5. 2-12; Gal 6. 12-15; Fil 3. 2-4; Col 2. 11-13). Paolo era contrario a ciò e chiamò coloro che non lo condividevano "cani" (Fil 3. 2) e avvertì gli altri cristiani di tenersi lontani da loro (Tit 1. 10).

Tutto ciò ci richiama ai cristiani moderni. Mentre proclamano fiduciosi che solo loro hanno la verità non c’è quasi alcun accordo tra loro su cosa sia quella verità. Si sono scissi in centinaia di denominazioni, culti, sette e chiese ostili tra loro e non possono persino sedersi uno accanto all’altro e pregare lo stesso dio insieme. Per i buddhisti ciò risulta molto sconcertante. Se è vero che il Vangelo della salvezza di Gesù è così chiaro e se è vero che Dio comunica con i cristiani e li guida attraverso le preghiere, perché allora ci sono tanti disaccordi e avversioni tra loro? Perché ci sono così tante chiese, e qual è quella vera?

Gesù era perfetto?

Se un leader religioso fosse perfetto ci dovremmo aspettare che il suo comportamento fosse infallibilmente innocente, i suoi insegnamenti umani e pratici e esserci coerenza tra quello che egli predica e il suo comportamento. Gesù naturalmente, negò che fosse perfetto (Luca 18.19) ma nonostante ciò e tutte le evidenze nella Bibbia, i cristiani continuano a pensare che egli lo fosse. Lo fanno perché credono erroneamente che egli fosse Dio, e come si può avere un dio imperfetto? I Buddhisti credono che Gesù fosse un buon uomo come lo erano i fondatori delle altre grandi religioni mondiali. Come le altre persone, qualche volta commise degli sbagli, alcune delle cose che insegnò furono poco pratiche e qualche volta non riuscì a praticare ciò che predicò. Esaminiamo le evidenze di ciò.

Gli insegnamenti etici di Gesù sono spesso descritti come sublimi, elevati, completamente perfetti, ecc. Ma lo sono? Diamo un’occhiata al suo insegnamento sul divorzio. Nel Vecchio Testamento il divorzio era permesso sotto certe circostanze, che naturalmente è la cosa più umana da fare quando la coppia non si ama più. Ma Gesù prese una posizione estrema sul divorzio dicendo che era permesso solo nel caso di adulterio:

"Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio". Ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio." (MT 5. 31-32)

Questo terribile insegnamento ha comportato che nei paesi cristiani, fino ai tempi recenti, milioni di coppie fossero intrappolate in matrimoni infelici e senza amore perché impossibilitate a chiedere il divorzio. Ha comportato pure che innumerevoli donne che avessero cercato di divorziare dai loro mariti, persino senza avere commesso adulterio, venissero tacciate di adulterio se si fossero sposate nuovamente. Questo insegnamento di Gesù, da solo, ha causato sofferenze e strazi inenarrabili.

Un altro esempio di Gesù lontano dall'essere perfetto è il suo atteggiamento verso i soldi: Sembra che egli abbia avuto un risentimento profondo verso i ricchi:

"Ma Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame" (LC 6. 24-25).

Mentre è vero che i ricchi sono qualche volta avidi e indifferenti, come lo sono anche i poveri, nessun riferimento è fatto a questo riguardo. I ricchi sono condannati semplicemente perché sono ricchi. Una volta quando un giovane uomo insiste perché Gesù gli desse una risposta sulla questione di come ottenere la vita eterna, finalmente egli disse:

"Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!" (MT 19. 21)

Si spinse a tal punto da dire che è virtualmente impossibile per un ricco andare in paradiso:

"In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio" (MT 19. 23-24)

I cristiani naturalmente non hanno mai preso in considerazione questi detti di Gesù ma se lo facessero, l’economia della maggior parte dei paesi cristiani collasserebbe e tutte le buone qualità che gli onesti imprenditori possono intraprendere sparirebbero. Queste idee poco pratiche e piuttosto parziali sono in netto contrasto con quelle dell’atteggiamento di Buddha verso il benessere economico. Egli riconobbe che la ricchezza guadagnata onestamente può essere una sorgente di benessere e felicità.

Qual è la felicità di un laico?

Ovunque un laico abbia accumulato ricchezze

con sforzo energico, ottenute con la forza delle braccia

e il sudore della fronte, ottenute rettamente e lecitamente,

quando pensa a ciò, sente felicità e soddisfazione.

E qual è la felicità del benessere economico?

Quando un laico ha rettamente e lecitamente guadagnato la ricchezza

E con questa compie molte buone azioni.

Quando pensa a ciò egli sente felicità e soddisfazione.

E qual è la felicità della libertà dai debiti?

Quando un laico non ha debiti verso alcuno, piccoli o grandi,

e quando pensa a ciò, sente felicità e soddisfazione.

(Anguttara Nikaya, Sutta n.41)

Il Buddha capì anche che con il giusto atteggiamento il benestante può fare molto bene con i suoi soldi.

Con la ricchezza acquisita con lo sforzo energico,

ottenuto con la forza delle braccia e il sudore della fronte,

rettamente e lecitamente, un discepolo nobile rende se stesso,

la madre e il padre, la moglie e i figli, i servi e gli operai,

gli amici e i conoscenti allegri e felici – crea felicità perfetta.

Questa è la prima opportunità da lui afferrata, per fare il bene

e appropriatamente adoperata.

(Anguttara Nikaya, Sutta n.41)

Perciò, invece di respingere i ricchi commercianti, come fece Gesù, il Buddha insegnò loro a guadagnare i loro soldi onestamente e ad usarli a proprio beneficio e della comunità generale.

Un aspetto degli insegnamenti di Gesù che molte persone che riflettono trovano fastidioso è la sua svalutazione del pensiero critico e indipendente. Egli lodò maggiormente coloro che credettero senza vedere che coloro che chiesero per avere l’evidenza (GV 20. 28). Una volta disse che, a meno che una persona non diventi come un bambino non può entrare nel regno dei cieli (MT 18. 3). I bambini naturalmente sono naive, ingenui e spesso credono qualsiasi cosa gli venga detto. Ma come si fa a separare la verità dalla falsità e giusto da sbagliato con un atteggiamento tale. E’ saggio credere proprio ciecamente a ciò che ci viene detto? Vi sono tante ideologie false e persino cattive divulgate oggi e il senso comune richiede che le esaminiamo in un modo davvero adulto prima di accettarle. Il Buddha ha sempre incoraggiato le persone a fare un’attenta e completa indagine prima di credere a una qualsiasi idea, incluse le sue.

Quando i Kalama dissero che non sapevano quale scegliere fra le varie religioni contendenti egli gli disse: "Non seguite le rivelazioni, tradizioni, voci, o le sacre scritture… ma quando sapete da voi stessi che una cosa è buona, utile e lodata dai saggi, allora accettala e praticala’" (Anguttara Nikaya 1. 46).

Un altro problema con Gesù come insegnante etico riguarda le numerose importanti questioni morali sulle quali non diede alcuna guida. La schiavitù per esempio, era un'istituzione inumana e diffusa durante il suo tempo, tuttavia rimane completamente in silenzio riguardo ciò. Non dice nulla delle discriminazioni razziali, della violenza domestica, della guerra.

Altre questioni cruciali su come le società dovrebbero essere governate, l’etica della guerra, l’amministrazione della giustizia, il trattamento degli animali, l'etica medica non vengono menzionate neanche.

D’altra parte ci sono numerose idee insegnate da Gesù che persino il più entusiasta cristiano, fondamentalista o evangelico, sarebbe riluttante a praticare o persino a essere d’accordo. Egli disse che non dovremmo resistere a coloro che compiono il male sebbene la maggior parte della gente oggi direbbe che non contrastare il male è la più alta irresponsabilità (MT 5. 39).

Insegnò che solo guardare a una donna con desiderio era come commettere adulterio, il che fa di quasi ogni uomo sulla terra un adultero (MT 5, 27).

Disse che se chiamiamo qualcuno pazzo in un momento di rabbia saremo condannati all’inferno eterno, quindi, molto probabilmente, la maggior parte di noi è destinato alla fornace ardente (MT 5. 22). Disse che la povera gente sarà sempre tra noi che è difficilmente un incentivo a cercare di eradicare la povertà e le privazioni. Disse persino che se facciamo qualcosa di sbagliato con la nostra mano o la nostra lingua, dovremmo amputarceli, il che appare fin troppo estremo secondo qualsiasi standard (MT 5.30).

Ma l’insegnamento di Gesù che ha causato più problemi di ogni altro è la sua pretesa che lui e solo lui possa dare la salvezza "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (GV 14. 6). Ne consegue assiomaticamente da ciò che tutte le altre religioni conducono alla sola alternativa alla salvezza: l'inferno. Sono perciò cattive. Tristemente questa pretesa di Gesù può dar adito all’intolleranza. Il cristianesimo ha sempre equivalso la non credenza in Gesù con il male, e ha castigato i non credenti come: senza-dio, malvagi, testardi, pagani, dileggiatori, seguaci di falsi profeti e idolatri.

Il fatto che altri possano valutare e praticare l’amore, la compassione, la carità, la pazienza, l’umiltà e la sincerità, non conta nulla. Per i fondamentalisti ed evangelici cristiani il semplice fatto che i buddhisti non credano in Gesù, li pone nel lato del male e dell’oscurità; sono degli idolatri che dovrebbero essere evitati e che meritano di andare all'inferno. Questa è l'enorme tragedia del cristianesimo – più grande è la fede del credente, più partigiano, bigotto e intollerante solitamente egli diventa.

Quale sollievo è avere la possibilità di prendere rifugio nel Buddha e ancora essere capaci di rispettare e ammirare altri grandi leader religiosi. Quanto è piacevole sapere comunicare con gli altri senza il bisogno di cercare sempre di convertirli! Come è bello essere felici quando si vedono gli altri felici con la propria religione! I cristiani evangalici fondamentalisti e neo convertiti sono intolleranti perché sono ossessionati da Gesù ed escludono qualsiasi altro che non lo accetti. Il Buddhismo è tollerante perché valorizza la saggezza e la compassione ovunque possano essere trovati e sa abbracciare chiunque mantenga queste virtù.

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Ospite katsumoto

dai sei stato breve....:fiorellino:

è comunque tutto vero.

bisogna anche rendere atto ai credenti però che la bibbia è piena di errori di traduzione, appunto come la questione del cammello (che andrebbe tradotto "fune") e la cruna dell'ago ;)

spesso quindi probabilmente molti significati sono travisati od oscuri...

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Ehi, momento, il testo non l'ho redatto io! La fonte è buddhista (l'ho pure scritto), in alcuni spezzoni si nota infatti che è un po' di parte... ma, oltre all'ovvio protendere verso il Buddha, analizza in modo molto oggettivo i temi che tocca (tra l'altro, tutte cose che avevo già notato pure io nel mio leggere ad approfondire la Bibbia... e che non mi erano piaciute per niente) e invita alla tolleranza. Cosa che ben poche religioni e/o scuole di pensiero sono disposte a fare :fiorellino:

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